Non è un buon momento per le auto elettriche in borsa. Da qualche mese le quotazioni dei maggiori produttori sono in calo costante, con Tesla crollata a poco più di 170 dollari ad azione contro i 230 di metà dicembre e la cinese Byd – che Elon Musk ha accusato di “demolire” il mercato – a 178 yuan dai 238 di metà novembre. Peggio ancora la vietnamita Vinfast, che si è quotata a Wall Street lo scorso agosto: dopo aver raggiunto in estate un picco di oltre ottanta dollari ora è ferma sotto i 6. Un clima che ha costretto il gruppo Renault ad annunciare a sorpresa l’annullamento dell’Ipo della controllata Ampere, creata per sviluppare software e veicoli elettrici con l’obiettivo di “democratizzare gli EV in Europa”. In una nota, la casa francese spiega che “le attuali condizioni del mercato azionario non siano soddisfatte per portare avanti in modo ottimale il processo di Ipo nel migliore interesse del Gruppo Renault, dei suoi azionisti e di Ampere”.

L’annuncio dell’intenzione di procedere alla quotazione risale al 2022, e nell’ultimo calendario doveva tenersi entro la prima metà del 2024, “a seconda delle condizioni di mercato”. Da novembre 2023, Ampere è gestita come attività autonoma. L’ad Luca De Meo in conferenza stampa ha parlato di “una decisione pragmatica“. “Siamo tutti concentrati sulla realizzazione della nostra strategia e sulla costruzione di un track-record per creare valore per tutti i nostri stakeholder” ha detto, assicurando che la decisione non ha nessun impatto sulle prospettive finanziarie del Gruppo Renault né sulla sua strategia di allocazione del capitale.

Le priorità del piano strategico, ha aggiunto, restano invariate: sensibile riduzione del costo dei veicoli elettrici, del 40% nel giro di una generazione, e un piano tecnologico che possa contare su software e soluzioni di Intelligenza Artificiale. Il gruppo continuerà a finanziare lo sviluppo di Ampere fino al suo break even finanziario nel 2025.

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