Piccolo balzo del prezzo del gas che ha chiuso la giornata in rialzo del 6% a 28,8 euro al megawattora. A risollevare quotazioni in costante calo da quasi tre mesi, sono i ritardi che iniziano a subire pure le navi che trasportano gas liquefatto (Gnl) e transitano (o dovrebbero transitare) nel mar Rosso dove non si fermano gli attacchi delle milizie yementite in ritorsione ai bombardamenti su Gaza. La QatarEnergy ha annunciato oggi che le spedizioni potrebbero subire dei rallentamenti. “Gli sviluppi in corso nell’area del Mar Rosso potrebbero influire sulla programmazione di alcune consegne poiché prendono rotte alternative”, ha scritto la società, spiegando che le spedizioni “vengono gestite con i nostri acquirenti”. Il Qatar è tra i primi esportatori al mondo di gas liquefatto insieme agli Stati Uniti e la domanda di carichi è aumentata sensibilmente dopo che l’Europa ha drasticamente ridotto le sue importazioni di gas dalla Russia.

Stando alle rilevazioni dell’agenzia Bloomberg dallo scorso 15 gennaio, il Qatar ha dirottato almeno sei spedizioni destinate all’Europa scegliendo la più lunga circumnavigazione dell’Africa dal Capo di Buona Speranza- Una rotta che allunga il viaggio di almeno una decina di giorni. Un carico di Gnl atteso per l’inizio di febbraio al terminale italiano di Edison nell’Adriatico è stato riprogrammato per la fine del mese prossimo.. Va detto che sinora la crisi di Suez non ha avuto particolari impatti sui prezzi dei prodotti energetici che hanno mostrato qualche sussulto solo quando Stati Uniti e Gran Bretagna hanno iniziato a bombardare lo Yemen. In parte ciò dipende dal fatto che il fabbisogno europeo è sotto controllo a gli stoccaggi ancora su un buon livello di riempimento dopo un inverno mite che si avvia ormai a conclusione. Le esportazioni non sono diminuite ma hanno solo tempi più lunghi. Alcune consegne inoltre sono state comunque garantite nei tempi previsti dirottando carichi diretti altrove.

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