Fratelli d’Italia e governo festeggiano il calo delle partenze dalla Tunisia, che dallo scorso ottobre ha contenuto il numero degli sbarchi registrati sulle coste italiane. “Diminuiscono gli sbarchi e si rafforza il contrasto ai trafficanti di esseri umani”, annuncia il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro. Che aggiunge: “Un altro successo di Giorgia Meloni in politica estera e un’ennesima batosta alla sinistra disfattista”. Dopo un 2023 con 157.000 arrivi via mare (mai tanti dal 2016), a dire che il Memorandum con la Tunisia di Kais Saied “funziona benissimo” è la Commissione europea di Ursula Von der Leyen che l’ha voluto e firmato, lo scorso luglio insieme alla premier Meloni, per contrastare l’immigrazione irregolare che, dall’autunno 2022, vedeva la Tunisia al primo posto per numero di partenze, primato che fino ad allora apparteneva alla Libia.

In audizione alla commissione Libertà civili, Giustizia e Affari interni (Libe) del Parlamento europeo a Bruxelles, la commissaria europea agli Affari interni, Ylva Johansson, ha parlato di “chiari segnali dei risultati ottenuti dalle autorità tunisine che hanno intensificato la lotta ai contrabbandieri, soprattutto nei dintorni di Sfax”. I numeri: “Hanno arrestato 750 contrabbandieri. A settembre abbiamo avuto 16 mila partenze dalla Tunisia, mentre a ottobre le partenze sono state 1.900″, ha aggiunto Johansson. “È interessante guardare a questi mesi perché c’era ancora bel tempo. Queste cifre basse sono continuate a novembre e dicembre e anche all’inizio di gennaio. Quindi siamo ancora su livelli molto bassi, anche se ora potrebbero essere influenzate dalle condizioni meteorologiche”, ha precisato la commissaria.

I numeri del Viminale confermano la riduzione degli arrivi e, a differenza dei mesi precedenti, ottobre, novembre e dicembre 2023 hanno registrato meno sbarchi rispetto agli stessi mesi del 2022. Anche gennaio 2024, con 1.298 sbarchi al 22 del mese è in netto calo rispetto ai 3.035 arrivi del gennaio 2023. Sui “contrabbandieri” arrestati la verifica è pressoché impossibile, anche per la stessa Commissione visto che Saied non ammette intromissioni. Quanto pesi il maltempo, ricordato dalla stessa commissaria Johansson, lo capiremo una volta che le condizioni meteo e in particolare quelle di navigazione si saranno ristabilite. Un peso ce l’ha anche l’attività della guardia costiera tunisina che, secondo il Forum tunisino per i diritti economici e sociali (Ftdes), un’organizzazione non governativa, nel 2023 avrebbe intercettato 79.000 persone su imbarcazioni dirette verso Lampedusa. Già nella primavera scorsa, la stessa organizzazione aveva denunciato operazioni di questo genere in acque internazionali, sospettando il coordinamento con le autorità italiane.

Il destino degli intercettati e riportati in Tunisia, così come quello di altri migranti presenti nel Paese, è stato oggetto dell’intervento di Amnesty International durante la stessa audizione in commissione Libe dove ha parlato la commissaria Johansson. Ma il parere è opposto. “Il memorandum Ue-Tunisia ha fallito“. Lo ha detto Hussein Baoumi, consigliere per la politica estera di Amnesty. “Le autorità tunisine espellono molti migranti, spesso anche minori, verso Libia o l’Algeria, in alcuni casi le persone vengono anche lasciate sole nel deserto a morire. Le espulsioni avvengono senza tenere conto delle necessità di protezione delle persone”, ha spiegato. Già la scorsa estate, centinaia di migranti sub-sahariani erano stati caricati su pullman che da Sfax, il principale porto di partenza per l’Europa, li avevano condotti e abbandonati nel deserto al confine con la Libia. “La Tunisia è molto indietro nell’assistenza ai migranti e la situazione non migliora nel tempo, ciò nonostante gli stati membri hanno deciso di firmare memorandum con la Tunisia senza consultazioni e trasparenze e senza tenere conto che sono de facto calpestati i diritti umani”, ha concluso Baoumi.

Affermazioni respinte dalla Commissione che nega di finanziare progetti che violerebbero i diritti umani. “I fondi Ue per la Tunisia collegati alla migrazione non vanno “ad amici di amici”, ma a organizzazioni internazionali” come Oim, Unhcr e Croce rossa tunisina, ha assicurato la commissaria. “Controlliamo e valutiamo il modo in cui vengono utilizzati e sono pronta a testare ulteriori strumenti di monitoraggio perché i nostri fondi non siano utilizzati da chi viola diritti umani”. Dichiarazioni alle quali sono seguite quelle del gruppo di FdI all’Europarlamento. “La strategia messa in campo dal Presidente Meloni e invocata da Fratelli d’Italia a livello europeo, quella degli accordi con i paesi terzi per fermare le partenze, è efficace”, spiega l’eurodeputato Vincenzo Sofo. “Motivo per il quale le sinistre cercano ora di aggrapparsi alle richieste di rendicontazione delle risorse date alla Tunisia per boicottare il funzionamento del memorandum”.

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