Una candidatura alle prossime Europee per Salvatore Baiardo, l’uomo che favorì la latitanza dei fratelli Graviano, conosciuto negli ultimi tempi soprattutto per la presunta “profezia” sulla cattura di Matteo Messina Denaro, avvenuta pochi mesi dopo la sua intervista a Massimo Giletti su La7. A renderlo noto è proprio Baiardo, come sempre su TikTok. Gli ultimi due sono pressoché identici e riguardano proprio le Europee: stavolta, al contrari di tanti altri suoi video, non c’è il suo volto in primo piano ma lo scudo crociato, il simbolo della Dc Libertas, accompagnato da uno slogan: “Salvatore Baiardo, ritorno al passato, una garanzia per tutti”. E via di hashtag: #europee2024 #siciliaesardegna #salvatorebaiardo #laverademocraziacristiana. Il messaggio sembra chiaro: si candiderà con la Dc Libertas alle prossime europee, nella circoscrizione Sicilia e Sardegna. Nei commenti risponde quasi da dirigente. Qualcuno gli scrive che gli “piacerebbe aprire una sede anche in Romagna” e lui risponde sicuro: “Bene, scrivimi in privato”. Ad un altro utente che commenta entusiasta la notizia, risponde: “Speriamo di cambiare questo Paese”.

L’annuncio social arriva all’occhio di Ismaele La Vardera, ex Iena ora deputato regionale in Sicilia e vice presidente della Commissione antimafia all’Ars. La Vardera chiede chiarimenti al segretario dell’Udc Lorenzo Cesa che a ilfattoquotidiano.it risponde subito di non conoscere Baiardo e che la notizia è “priva di fondamento”. Il simbolo della Democrazia Cristiana promosso nel post social di Baiardo, infatti, rimanda a Angelo Sandri, friulano e detentore di uno dei tanti simboli in circolazione che richiamano alla Democrazia cristiana. “Troppi scudi crociati in giro ma questo non cambia che vada fatta chiarezza”, insiste La Vardera.

E Sandri conferma l’interessamento. “Per le candidature è ancora prematuro. Il 2 e 3 febbraio avremo il primo consiglio nazionale, dove verrà eletta la direzione, parleremo di candidature soltanto dopo”, spiega Sandri, segretario da dicembre. “Baiardo mi è stato segnalato da alcuni dirigenti siciliani – risponde il leader della Dc – Lo incontrerò a Roma nei giorni del consiglio nazionale”. Sul curriculum di Baiardo Sandri si dice “un po’ impreparato”. “E’ una vicenda che parzialmente ignoro – prosegue – Sa, in Friuli, qui nei boschi, siamo un po’ lontani, mi impegno ad approfondire”. Ma possibile che con una segnalazione e la promessa di un incontro non sappia che Baiardo ha scontato una condanna per favoreggiamento della mafia? “Mi pare che la Dc Nuova abbia in prima linea Totò Cuffaro – è la risposta – non era di certo il cambiamento che avremmo voluto vedere neanche lì”.

Baiardo, però, è stato anche indagato per calunnia nei confronti di Massimo Giletti, nell’inchiesta sulla presunta foto che avrebbe mostrato al conduttore tv nella quale si vedrebbero Giuseppe Graviano insieme a Silvio Berlusconi e all’ex generale Francesco Delfino. Il Tribunale del Riesame di Firenze ha anche disposto gli arresti domiciliari, una misura sospesa in attesa del termine di scadenza per il ricorso in Cassazione. Questo Sandri lo sa: “Mi pare sia sub iudice. Voglio vedere la fine del film”. Nato a Palermo, Baiardo si trasferisce presto in Piemonte, dove, apre una gelateria ad Omegna, paesino sul lago d’Orta. Ed è proprio qui che in parte trascorrevano la latitanza Giuseppe e Filippo Graviano tra gli anni Ottanta e Novanta. Nel 1996 il gelataio di Omegna è stato condannato per aver favorito i due boss. Nel novembre del 2022, intervistato da Giletti su La7, la sua “profezia” su Matteo Messina Denaro: “È malato, potrebbe farsi arrestare”. Nel gennaio successivo l’ex latitante è stato arrestato alla clinica Maddalena di Palermo dove era andato per una seduta di chemio. Poi Baiardo si è spostato su TikTok da dove aveva annunciato anche un’imminente presenza sulle reti Mediaset, circostanza che al momento non si è mai verificata. Tra i suoi annunci anche il suo ingresso nel cosiddetto “Movimento Centro Avanti Italia”. In cerca di una sponda politica da allora, l’ex uomo di fiducia del Graviano potrebbe averla finalmente trovata nella Dc di Sandri? “È tutto prematuro, mi riprometto di approfondire la vicenda”, risponde il neo segretario. Che ci tiene a sottolineare: “Una cosa importante è che noi siamo la Dc più longeva, dal ’94 ad oggi abbiamo battagliato per salvare lo scudo crociato e adesso eleggeremo la nuova direzione nazionale”.

Non è la prima volta che questa Dc e lo stesso suo segretario Sandri si ritrovano davanti qualche grattacapo nella composizione della classe dirigente. Qualche anno fa fece notizia l’arresto di Giovanni Domenico Scimonelli, che compariva nel Consiglio nazionale proprio di quella Democrazia cristiana. All’epoca Sandri precisò subito che il nome di Scimonelli figurava “ancora nel nostro sito come componente del Consiglio nazionale del partito, ma nel 2015 non ha rinnovato la tessera e, pertanto non risulta neppure tra gli iscritti”. “Ho conosciuto Scimonelli nel dicembre del 2013 – raccontò all’agenzia Ansa Sandri in quella occasione – e personalmente, anche se vivendo ad Udine non ho contatti diretti con il territorio siciliano, lo ricordo come una persona stimata. Certamente sto parlando al buio spero che possa giustificare la sua posizione dinanzi l’autorità giudiziaria. Io non ho mai colto segnali che potessero indurmi ad una maggiore prudenza nei rapporti con Scimonelli, rapporti che sono stati esclusivamente politici. L’ho sentito l’ultima volta al telefono lo scorso autunno”. Scimonelli, ritenuto un “postino” che smistava i pizzini di Matteo Messina Denaro, è stato in seguito condannato all’ergastolo.

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