Non è stato l’arrivo, alla fine del 2023, del leader della Nuova Destra e del Movimento Identitario austriaci, Martin Sellner, a risvegliare in una fetta di Alternative für Deutschland l’idea di deportazioni di massa di migranti. Un piano internazionale per rispedire i siriani nel loro Paese i membri dell’estrema destra lo avevano già pensato nel 2018. E per realizzarlo, come racconta in una sua inchiesta la Zdf, avevano preso contatti col governo di Bashar al-Assad e con la Russia.

Le rivelazioni della tv tedesca arrivano in settimane di grande tensione in una Germania dove il partito sta dilagando nei sondaggi e oltre 1,5 milioni di persone sono scese in piazza a Berlino per protestare contro l’estrema destra. Secondo quanto pubblicato, nel 2018 cinque parlamentari di AfD scrissero ad Assad per chiedere un’udienza e organizzare il “rimpatrio ordinato” di migranti siriani, gli stessi accolti dal governo di Angela Merkel tre anni prima con la sua politica delle porte aperte dalla rotta balcanica. Il piano degli estremisti doveva svolgersi con il supporto della Russia.

Nello specifico, nel progetto dei politici i migranti avrebbero dovuto essere portati in Russia per essere “formati per alcuni mestieri che sarebbero necessari in Siria”. A ottobre 2018 l’allora deputato Waldemar Herdt si è anche recato a Mosca per parlare con membri della Duma e con dei rappresentanti del regime siriano offrendo in cambio la fondazione di un’organizzazione russo-tedesca per riferire nell’interesse di Mosca dei diritti umani nella Crimea annessa. Oltre a questo è stata offerta una collaborazione per ridurre le sanzioni occidentali contro la Siria e la Russia.

Si tratta di nuove scoperte che aiutano a delineare le strategie che coinvolgono almeno una parte del partito di estrema destra tedesco, che oggi vola nei sondaggi, almeno dal 2018. Non solo, quindi, negli ultimi mesi, come emerso da una precedente inchiesta di Correctiv nella quale si raccontava di un meeting datato 25 novembre 2023, in un hotel non lontano da Potsdam, dove Sellner ha esposto un piano per espellere dalla Germania e deportare in un’area imprecisata del Nordafrica, attuando così la cosiddetta “remigrazione”, tre categorie di persone: richiedenti asilo, immigrati con permesso di soggiorno e “cittadini non assimilati”, cioè tedeschi di seconda e terza generazione ritenuti non integrati.

Proprio Sellner, dopo la pubblicazione dell’inchiesta, è stato attenzionato dalle autorità tedesche che, secondo Tagesschau, stanno valutando di imporgli il divieto di ingresso in Germania. L’austriaco non è il solo estremista di destra a finire sotto la lente delle autorità. Proprio martedì la Corte Costituzionale tedesca ha vietato per sei anni il finanziamento pubblico di una piccola formazione neonazista erede della più nota Npd: un provvedimento che qualcuno chiede che venga applicato anche ad AfD. La sentenza riguarda Heimat (Patria), nome sotto il quale si nasconde il Partito Nazionaldemocratico di Germania (Npd) che, pur avendo raggiunto un picco di consensi nostalgici del 4,3% nel 1969, alle ultime elezioni era stato scelto solo dallo 0,5% dei votanti.

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