Quattro tonnellate di cocaina. Centinaia di grandi pacchi avvolti in sacchi di iuta per un valore di oltre 50 milioni di dollari. Almeno 10 milioni di dosi di polvere bianca destinate allo spaccio internazionale. È quanto sequestrato dalle forze armate di Colombia ed Ecuador nelle rispettive acque territoriali, a bordo di due sommergibili, nelle giornate di sabato 20 e domenica 21 gennaio. Sequestri che rivelano e confermano le modalità e la grande rilevanza del traffico internazionale gestito dai narcos e destinato ai mercati di spaccio europei e americani.

Il primo sequestro è avvenuto sabato, quando le autorità ecuadoriane hanno catturato un sottomarino lungo 15 metri a circa 60 km dalla costa della provincia di Esmeraldas. Nel sottomarino sono stati trovato 161 grandi pacchi avvolti in sacchi di iuta contenenti in totale 3,2 tonnellate di cocaina, per un valore di circa 50 milioni di dollari. Il secondo sequestro risale invece a domenica, quando la Marina militare colombiana ha annunciato il sequestro del “primo semisommergibile dell’anno” nel Paese. Anche in questo caso si è trattato di un sottomarino lungo 15 metri, che è stato intercettato nelle acque dell’Oceano Pacifico, vicino al porto di Buenaventura, con un carico di 795 chili di cocaina. I tre membri dell’equipaggio sono stati arrestati.

Nel novembre 2023, come ricordato da Voz de América, un sommergibile analogo, con un carico di cinque tonnellate di droga, era stato sequestrato in una zona marittima delle Isole Galapagos, appartenenti politicamente all’Ecuador. E sequestri simili erano stati condotti anche nel corso dell’anno precedente. Il presidente dell’Ecuador, Daniel Noboa, in alcune dichiarazioni alla radio colombiana W, ha spiegato la complessità delle ragioni che hanno reso l’Ecuador un centro logistico nella catena del traffico di sostanze illecite. Secondo il presidente, alla base di questo processo ci sarebbero la dollarizzazione, le vie di comunicazione adatte e il sistema industriale.

La situazione in Ecuador, del resto, è complessa e causata da numerosi fattori. A due settimane dalla proclamazione dello stato di emergenza per quello che è stato definito un vero e proprio conflitto armato interno, prosegue dunque il braccio di ferro tra criminalità e forze dell’ordine. “La dollarizzazione è uno dei fattori che rendono attraente per le bande criminali operare in Ecuador, perché rende più facile riciclare i dollari”, ha dichiarato a LaPoliticaOnline l’economista Juan Pablo Jaramillo, che ha anche aggiunto “la violenza è multi-causale e ovviamente il traffico di droga è uno dei molteplici fattori che aumentano la violenza”. L’Ecuador, ha detto ancora, “si trova tra i due maggiori produttori di cocaina al mondo. Dal 2015 al 2023 si è registrato un aumento dell’offerta e della domanda di cocaina in Europa. E dal 2019, le istituzioni statali in Ecuador si stanno indebolendo sistematicamente”.

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