“Nessuno spazio per chi ha le mani sporche di sangue”. Lo dicono le attiviste e gli attivisti della comunità palestinese veneta che oggi protesteranno contro la presenza israeliana alla Fiera dell’Oro di Vicenza. Una delle fiere più importanti a livello internazionale nel settore di oro e gioielli che vedrà la partecipazione anche di uno stand di diamanti israeliani: “Ma per noi quei diamanti sono sporchi di sangue – spiega al fattoquotidiano.it il presidente della comunità palestinese veneta Khaled Al Zeer – Israele è il primo paese al mondo nella lavorazione dei diamanti. Una delle voci principali della sua economia che garantisce enormi profitti e finanzia gli apparati di sicurezza e l’esercito”. Il leader della comunità palestinese sottolinea la situazione che sta vivendo il suo popolo. “Da più di due mesi, continuano senza sosta i bombardamenti israeliani su Gaza, causando più di 20mila martiri di cui il 60% sono bambini e donne. E ancora non si vede uno spiraglio di fermare questo genocidio contro la popolazione civile palestinese”.

E così la comunità palestinese ha deciso di scendere in piazza. L’appuntamento è per le ore 14 nel piazzale della Stazione da dove partirà un corteo nazionale che vedrà la partecipazione di attivisti da tutta Italia. “Non possiamo essere indifferenti – si legge nel testo dell’appello al quale hanno aderito anche Moni Ovadia e Luigi De Magistris – accettare la presenza di espositori israeliani alla fiera significa rendersi complici di un genocidio, della mattanza del Popolo palestinese di Gaza, dei crimini contro l’umanità che il governo e l’esercito israeliano compiono ogni giorno, nonostante le risoluzioni dell’Onu, le richieste pressanti di cessate al fuoco della larga maggioranza degli stati del mondo”.

La comunità palestinese ha chiesto di prendere una posizione anche al sindaco della città, il democratico Giacomo Possamai: “Ma non abbiamo ricevuto alcuna risposta” dice al fatto.it Al Zeer. All’appello hanno invece risposto anche i Centri Sociali del Nord Est che oltre al corteo hanno organizzato un secondo momento di protesta previsto per le 10.30 in via Rossi, a Vicenza. “L’obiettivo dichiarato di bloccare il padiglione – dicono i militanti – perché in un contesto di economia di guerra come quello israeliano, gli introiti della fiera vanno direttamente a finanziare il genocidio in corso a Gaza e in Cisgiordania. Esiste quindi un legame diretto tra l’evento fieristico e gli interessi del governo israeliano, che equivale ad avere in quei giorni a Vicenza una rappresentanza di Israele che va ben oltre il simbolico”.

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