Altri cinque anni di tasse a metà. Altro che piccola proroga: la lobby del calcio in Parlamento non si arrende, rilancia. L’ennesimo emendamento per ripristinare il Decreto Crescita, anticipato dal Fatto già mercoledì, è arrivato puntuale alla Camera, dove è in discussione la conversione del decreto Milleproroghe, presentato ovviamente da Forza Italia, tramite il presidente-patron Claudio Lotito. Ma, rispetto alle previsioni, non si limita a “salvare” il prossimo calciomercato estivo: stavolta la proposta prevede addirittura di prorogare lo sgravio fiscale che permette di pagare le tasse solo su metà stipendio dei giocatori acquistati dall’estero addirittura fino alla fine del 2028.

Una mossa a sorpresa che serve a Forza Italia e a Lotito per iniziare una trattativa con il governo: la proroga del decreto Crescita per i prossimi cinque anni sarebbe politicamente insostenibile ma è un modo per ottenere comunque un allungamento dei termini per gli sgravi fiscali, seppur più limitato. Parliamo di un provvedimento che vale 1-2 milioni in meno l’anno ad acquisto (è proporzionale allo stipendio, più è alto, più aumenta il beneficio). In fondo pochi spiccioli nel bilancio di una società, ma i presidenti sono così disperati che si attaccano a tutto e continuano a pretendere quest’elemosina di Stato.

Nel decreto Milleproroghe approvato dal governo il 29 dicembre era già stata inserita una norma che prevedeva di prorogare il decreto Crescita almeno per la sessione invernale di calciomercato (quella che si conclude a fine mese). Ma era stata la Lega di Matteo Salvini a mettersi di traverso, facendo saltare la misura proprio in Consiglio dei ministri: “Basta sconti e vantaggi fiscali per calciatori stranieri che guadagnano milioni”, aveva detto il segretario del Carroccio.

Il ministro dello Sport Andrea Abodi così aveva stralciato la norma, ma è favorevole alla proroga. Nei giorni scorsi ha detto che “il Parlamento è sovrano”. Il punto sta tutto qui. Per provare ad aggirare il veto politico della Lega e non creare troppi imbarazzi alla maggioranza, stavolta si seguirà la via parlamentare. Ed è così che è spuntato l’emendamento di Forza Italia al decreto Milleproroghe in discussione in commissione Affari Costituzionali alla Camera. Quello che succede in Commissione ora non è più affare del governo, che comunque sarebbe pronto a dare parere favorevole. La Lega invece continua ad essere contraria alla misura a costo di spaccare la maggioranza, dicono fonti del Carroccio.

Resta l’incognita dei tempi. Va capito se la proroga salverebbe in maniera retroattiva anche gli acquisti del mercato di gennaio in corso, che per la pubblicazione della legge in Gazzetta ufficiale sarà intanto finito (da come è scritto l’emendamento, potrebbe essere). E poi la durata effettiva, visto che come detto l’arco quinquennale sembra più altro una provocazione per strappare un compromesso.

L’obiettivo è innanzitutto la prossima sessione di luglio, perché i veri affari, gli acquisti più costosi, i campioni più pagati, si fanno in estate. Sul piatto c’è sempre la proposta di una riforma più organica dello sgravio, che preveda di alzare il tetto (oggi si applica agli stipendi sopra il milione di euro, quindi praticamente tutti in Serie A) e introdurre qualche altro paletto, pur di salvare però lo sconto a lungo termine. E pensare che parliamo di un beneficio appena cancellato dal governo, che solo lo scorso ottobre aveva deciso di abolire il Decreto Crescita. Ma da allora il pallone è in pressing continuo e prova a ripristinarlo in ogni provvedimento utile, dalla Delega fiscale alla Legge di Bilancio, e ora di nuovo nel Milleproroghe. Chissà che stavolta il tiro possa finire direttamente in porta.

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