Luigi ‘Giggino a’ Purpetta Cesaro, uno degli ex fedelissimi di Berlusconi, per molti anni leader di Forza Italia a Napoli e in Campania, da poche ore è tornato in libertà. “Una volta cessato irreversibilmente ogni suo impegno politico, appare assolutamente irragionevole anche soltanto ipotizzare che possano riproporsi quelle peculiari convergenze di interessi oggetto di contestazione”, per le quali l’ex senatore azzurro era da 15 mesi agli arresti domiciliari, per un’accusa di concorso esterno nell’associazione camorristica del clan Puca di Sant’Antimo.

Il virgolettato proviene dall’istanza di revoca della misura, firmata dagli avvocati Alfonso Furgiuele e Michele Sanseverino. Istanza condivisa dai magistrati che dovranno processare Cesaro, che torna libero nonostante il parere contrario della Procura antimafia di Napoli.

La decisione della settima sezione del Tribunale di Napoli, condensata in una pagina che dichiara “venute meno le esigenze cautelari” in ragione “del tempo trascorso dall’applicazione della misura cautelare e del comportamento tenuto dall’imputato dalla sottoposizione della misura di rispetto delle prescrizioni a lui imposte dall’autorità giudiziaria”, è infatti frutto dell’accoglimento di una articolata istanza. Un documento che dettaglia per filo e per segno le ragioni per le quali non sussistono più ne concretezza ne attualità di pericolo di reiterazione del reato.

Ragioni che possono essere sintetizzate così: a Cesaro è contestata un’accusa di concorso esterno, in virtù del suo ruolo politico, risalente al 2017, la richiesta di arresto è del 2019, l’ordinanza è stata firmata nel 2021 ed eseguita solo dopo le elezioni che hanno sancito l’uscita di Cesaro dal Senato. Inoltre da anni Cesaro non ricopre incarichi in Forza Italia, aveva annunciato in ampio anticipo che non si sarebbe ricandidato pur consapevole che senza le guarentigie parlamentari sarebbe stato arrestato, e non aveva fatto campagna elettorale alle regionali 2020 (alle quali il figlio Armando, già capogruppo Fi, non si ricandidò). Infine già nel 2018 si era candidato in un collegio che non ricomprendeva Sant’Antimo.

Di qui il foglio che dispone “l’immediata liberazione di Cesaro”, commentata così dall’avvocato Furgiuele: “Il tribunale ha emesso un provvedimento assolutamente conforme alle disposizioni normative in tema di misure cautelari, così come interpretate dalla giurisprudenza della Cassazione, dando atto che, allo stato, non ricorrono le condizioni oggettive idonee a giustificare il mantenimento della misura cautelare nei confronti del senatore Cesaro”. “La difesa, pertanto – conclude Furgiuele – ora intende affrontare il giudizio di merito nella certezza di riuscire a dimostrare l’infondatezza delle accuse mosse nei confronti dell’imputato ed ottenere la giusta sentenza di assoluzione”.

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