Carenze nella pulizia, nessuna manutenzione, mancata tracciabilità. Sono più di 46mila i litri di olio sequestrati, e 202 gli imprenditori sanzionati per violazioni amministrative, per un ammontare di 189mila euro. Con un totale di 26 persone denunciate per frode in commercio e vendita di prodotti non genuini. Le irregolarità – riscontrate in ben 256 aziende italiane – sono emerse dopo una campagna di controlli nel settore oleario condotta dai Nas, in collaborazione con il ministero della Salute.

Le ispezioni – che hanno coinvolto frantoi, aziende ed esercizi produttivi e commerciali – sono state 1.250 e hanno evidenziato problemi di igiene e pulizia, scarsa manutenzione degli impianti e delle aree di lavorazione, l’omessa applicazione delle procedure di tracciabilità e di registrazione dell’olio prodotto, in alcuni casi associati con lo stato di abusività dei frantoi in quasi un’azienda su cinque. L’olio – non censito o dichiarato di qualità superiore a quella effettiva – è stato sequestrato.

Nel Mantovano, ad esempio, gli esami effettuati su un campione di olio prelevato in un frantoio hanno dimostrato che veniva commercializzato l’olio “lampante di oliva” – un olio che viene classificato come vergine perché prodotto tramite estrazione meccanica delle olive, ma che presenta elevati livelli di acidità e può essere sgradevole al gusto e all’olfatto e pertanto non è commestibile – etichettandolo come “olio extra vergine di oliva”.

Nella provincia di Ragusa, invece, è stato chiuso uno stabilimento di imbottigliamento oli, attivato in assenza di autorizzazione e in pessime condizioni igienico sanitarie. Inoltre l’olio – dichiarato “extravergine di oliva” e destinato alla commercializzazione – non era tracciato. Ma casi analoghi sono stati individuati lungo tutta la penisola, da Parma a Viterbo, da Messina a Napoli. Proprio nel capoluogo campano sono stati sequestrati 60 litri di olio extravergine di oliva privo di documentazione idonea a garantirne la tracciabilità alimentare, e anche in questo caso l’ispezione ha rilevato gravissime carenze igienico-sanitarie e strutturali: l’attività di produzione, infatti, veniva effettuata in ambienti insudiciati e con attrezzature arrugginite.

La finalità della campagna di controlli è stata la difesa del consumatore e dell’intero settore produttivo dell’olio di oliva, con l’obiettivo di identificare ed isolare eventuali operatori scorretti a salvaguardia dell’imprenditoria sana della filiera produttiva e distributiva. I controlli proseguiranno nel corso del 2024 “in ragione dell’importanza economica rappresentata dall’olio extravergine di oliva quale eccellenza agroalimentare nazionale”. Le verifiche su scala nazionale sono state eseguite nei periodi di produzione della materia prima e rappresentano un’intensificazione dei controlli già condotti normalmente nel resto dell’anno.

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