Da quando il deputato pro-gun Emanuele Pozzolo, improvvisamente diventato noto dopo la vicenda del proiettile partito dalla sua pistola la notte di capodanno, ha iniziato a rilasciare dichiarazioni sui fatti del cenone di Rosazza, le armerie sono affollate di appassionati e curiosi. Mentre cerchiamo di capire come funziona la pistolina, tanto piccola quanto letale, nella storica “Armeria Rossi” di Genova, entrano incuriositi: clienti storici, cacciatori, guardie giurate. “È un’arma che non abbiamo quasi mai e nessun tiratore ci richiede – spiegano gli armaioli – in genere interessa ad appassionati del genere, perché ricorda le armi ‘da giarrettiera’ e dei ‘bari’ che si vedevano nei saloon dei film sul Far West. Oggi un cliente voleva acquistarla, dev’essere l’effetto della ‘pubblicità’ di questi giorni”.

Gli esperti ci spiegano che non è possibile prendere la mira con un’arma così piccola, ma le dimensioni del proiettile la rendono “letale fino a 100-200 metri ed estrema entro i tre metri”. Un’arma rarissima in Italia ma molto venduta negli Usa come “seconda pistola” per la legittima difesa, per quel genere di personaggi che non si fanno bastare una sola arma da fuoco a portata di mano. Qui l’ipotesi difensiva – avanzata negli scorsi giorni – di uno sparo accidentale causato dalla caduta del pistolino, viene liquidata categoricamente: “È piccola ma non è un ‘giochino’, come tutte le pistole ha sistemi di sicurezza e c’è solo un modo per sparare con quest’arma: caricare il cane e premere il grilletto”. Un’operazione, questa di “armarla, caricare il cane e premere il grilletto”, che la pistola non può fare autonomamente cadendo al suolo.

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