I profitti del 2023 sono miliardari, i titoli in borsa sono volati ma nell’empireo dei colossi web arrivano altri licenziamenti. Mercoledì Amazon ha annunciato il taglio di centinaia di posti di lavoro nella divisione Prime Video e nei suoi studios. I licenziamenti sono stati comunicati via email. “Nell’ultimo anno abbiamo valutato quasi ogni aspetto del nostro business per migliorare la nostra capacità di offrire film, show e sport dal vivo. Il risultato è che abbiamo identificato opportunità per ridurre investimenti in alcune aree e aumentarli in iniziative che hanno maggiore impatto”, ha scritto laconicamente il responsabile della divisione, Mike Hopkins. Secondo l’agenzia Bloomberg, anche Twitch – la piattaforma di giochi in streaming di Amazon – ha ridotto la sua forza lavoro di 500 unità.

Giovedì è toccato a Google. Questa volta viene tirata in causa l’Intelligenza artificiale ma non tanto per la possibilità di rimpiazzare lavoratori umani con algoritmi quanto per la concorrenza che si sta scatenando su questa nuova tecnologia che impone, così dice l’azienda, una compressione dei costi. I tagli interessano centinaia di dipendenti nei settori dell’assistenza digitale e dell’hardware oltre che nel team di ingegneri. La decisione, spiega l’azienda, è legata alla concorrenza dell’intelligenza artificiale di Microsoft e OpenAI, creatore di ChatGPT, che stanno mettendo in crisi il core business di ricerca di Google. Nel gennaio del 2023 l’amministratore delegato di Alphabet (società madre di Google) Sundar Pichai aveva preannunciato il taglio del 6% della forza lavoro del gruppo che significa 12mila lavoratori. Il sindacato dei lavoratori di Alphabet ha criticato i licenziamenti scrivendo su X che “I nostri colleghi lavorano duramente ogni giorno per creare ottimi prodotti per i nostri utenti e l’azienda non può continuare a licenziare mentre guadagna miliardi ogni trimestre”.

Google ha chiuso i primi 9 mesi del 2023 con profitti per 19 miliardi di dollari e nell’ultimo anno il titolo è salito in borsa del 55%. Nell’ultimo anno, oltre allo “stipendio base”, l’amministratore delegato Pichai ha ricevuto un bonus da 90 milioni di dollari. Il gruppo Amazon ha invece archiviato i primi tre trimestri dello scorso anno con guadagni per 10 miliardi, triplicati rispetto allo stesso periodo del 2022. Le azioni sono cresciute in un anno del 61%. Il numero uno Andy Jassy incassa, di soli bonus, 53 milioni l’anno.

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