La Direzione distrettuale antimafia di Firenze ha chiesto il processo per 24 persone, tra imprenditori, politici locali e dirigenti pubblici, nell’ambito dell’inchiesta sullo smaltimento illecito del Keu, il residuo di produzione derivante dal trattamento dei fanghi prodotti dagli scarti della concia delle pelli, prodotte dalla combustione dei fanghi delle concerie del distretto di Santa Croce sull’Arno, in provincia di Pisa. Notificata la convocazione per l’udienza preliminare (che si svolgerà a partire dal 12 aprile) anche a 6 società.

L’inchiesta della Dda di Firenze si concentra anche sul ruolo della ‘ndrangheta sullo smaltimento di rifiuti in Toscana. Tra le accuse, a vario titolo, ci sono quelle di associazione per delinquere finalizzata alle attività organizzate di traffico illecito di rifiuti e inquinamento ambientale, corruzione in materia elettorale e di indebita erogazione di fondi pubblici, danni della pubblica amministrazione, falso e impedimento del controllo da parte degli organi amministrativi e giudiziari. L’inchiesta era stata chiusa nel novembre scorso dopo gli arresti che erano avvenuti nell’aprile del 2021.

Tra gli altri, la procura ha chiesto il processo per Ledo Gori, ex capo di gabinetto del presidente della Regione Toscana Eugenio Giani; per l’ex presidente della Provincia di Pisa, oggi consigliere regionale del Pd, Andrea Pieroni; la sindaca di Santa Croce sull’Arno, Giulia Deidda; il funzionario regionale dell’ambiente Edo Bernini e l’imprenditore di origine calabrese Francesco Lerose. Un caso di corruzione elettorale è stato contestato al consigliere regionale Andrea Pieroni. Per la Dda, Pieroni si sarebbe reso disponibile nella campagna per le elezioni regionali tra maggio e giugno 2020 a presentare un emendamento sui rifiuti Keu in cambio dei voti del distretto conciario, che aveva lo scopo di ottenere norme che esonerassero il Consorzio Aquarno dall’Aia, l’autorizzazione ambientale per i rifiuti speciali. L’emendamento passò in Consiglio regionale ma la norma venne abrogata dallo stesso Consiglio nel maggio del 2021. Sempre per l’accusa Pieroni, quale candidato alla regionali si sarebbe attivato, senza successo, per fare pressione sui vertici governativi nazionali e indurre il governo a non impugnare la legge davanti alla Corte Costituzionale. Inoltre, sempre quale candidato avrebbe richiesto esplicitamente un aiuto elettorale ai vertici del comparto conciario, ricordando a tal proposito il suo impegno per favorire far approvare la norma favorevole al comparto.

Convocati per l’udienza preliminare anche i vertici delle associazioni di conciatori di Santa Croce e del consorzio Aquarno, alcune imprese del distretto orafo aretino e imprenditori, alcuni dei quali anche collegati all’articolazione ‘ndranghetista Gallace di Guardavalle. Nonostante la presenza di sostanze altamente inquinanti, il Keu – secondo la Dda – sarebbe finito in attività edilizie ma anche sotto la strada regionale 429 tramite gli impianti di smaltimento di Francesco Lerose, imprenditore ritenuto legato alla cosca Gallace. Sulla base delle indagini dirette dalla Dda, lo smaltimento illecito del Keu avrebbe consentito notevoli risparmi, tagliando i costi di oltre 24 milioni di euro. Oltre al filone legato alle concerie di Santa Croce, c’è un filone aretino legato al presunto smaltimento illecito dei rifiuti della Chimet e della Tca.

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