La premier francese Elisabeth Borne ha rassegnato le dimissioni al presidente Emmanuel Macron, che le ha accettate. La notizia è diventata ufficiale dopo il colloquio di circa un’ora tra i all’Eliseo (il secondo incontro tra i due in meno di 24 ore). L’intenzione di un rimpasto di governo da parte di Macron era noto: il presidente vuole provare a rilanciare un secondo mandato finora tutto in salita e rinsaldare i legami di una maggioranza apparsa divisa e sfilacciata nell’ultima prova, quella del varo della legge sull’immigrazione. Si resta in attesa dell’annuncio del suo successore. Il ventaglio dei candidati è ridotto a tre, con il 34enne Gabriel Attal, ministro dell’Educazione e uomo molto vicino a Macron, in netto vantaggio nelle ultime ore. Gli altri due ipotetici candidati sono il ministro delle Forze Armate, Sébastien Lecornu, e l’ex ministro Julien Denormandie.

Macron ha pubblicato su X un post in cui ringrazia Borne: “Signora premier, cara Elisabeth Borne, il suo lavoro al servizio della nostra nazione è stato esemplare ogni giorno. Ha realizzato il nostro progetto con il coraggio, l’impegno e la determinazione delle donne di Stato. Grazie con tutto il cuore”. Il post è accompagnato da una foto che mostra Borne e Macron sorridenti. Elisabeth Borne, 62 anni, era stata nominata da Macron alla carica di primo ministro – la seconda donna nella storia della Quinta repubblica dopo Edith Cresson – nel maggio 2022, subito dopo l’inizio del suo secondo mandato all’Eliseo. Il percorso della Borne è stato tortuoso, con la riforma delle pensioni passata grazie alla fiducia posta in Parlamento e molto contestata dalle piazze e dall’opposizione, poi con la legge sull’immigrazione.

Borne, data per spacciata già nel rimpasto di inizio estate, ha invece resistito al suo posto fino a questo inizio di 2024. Negli ultimi giorni il suo addio però era diventato quasi scontato, con i media d’Oltralpe già lanciati nel “totopremier”. In pole appunto il giovane ministro dell’Educazione Attal, pupillo del presidente. Il quale avrebbe però ambizioni presidenziali per il 2027 che rischierebbe di bruciare con un’esperienza da premier. Gli altri nomi in ballo sono l’ex ministro (alla Casa, poi all’Agricoltura) Denormandie e l’attuale ministro delle Forze armate, Lecornu. Se il primo, stretto amico di vecchia data del presidente, sarebbe in grado di ricucire con la gauche, ormai stabilmente sul piede di guerra, il secondo – ex dei Républicains – consentirebbe a Macron il dialogo con la destra per contrastare una Marine Le Pen che i sondaggi danno sempre ampiamente in testa con il Rassemblement National alle Europee. Non si esclude neppure una nomina del ministro dell’Economia, Bruno Le Maire, al posto di premier, al quale non ha mai nascosto di ambire. Ma in un momento così delicato per il presidente, in cerca di rilancio, il suo profilo non è quello di un fedelissimo del capo dell’Eliseo e le sue chance sono ridotte.

La lettera di dimissioni – L’ormai ex premier francese nella sua lettera di dimissioni ha esortato a “portare avanti le riforme“, ritenendolo un compito “più necessario che mai”. Nella lettera inviata a Macron, Borne ha sottolineato quanto fosse “appassionata” del suo lavoro a Matignon. L’ex premier ha assicurato di essere stata guidata “dalla preoccupazione costante, che condividiamo, di ottenere risultati rapidi e tangibili per i nostri concittadini”. Ha spiegato inoltre di aver preso atto della “volontà” del capo dello Stato di “nominare un nuovo primo ministro“, suggerendo che la decisione di dimettersi non sia stata una sua iniziativa.

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