“A Gaza non è sufficiente dire situazione disastrosa, è inimmaginabile. Non c’è posto per le persone , quasi due milioni racchiuse in un fazzoletto di terra e non c’è neanche posto per mettere fisicamente una tenda e ripararsi”. A parlare è Enrico Vallaperta, coordinatore medico di Medici Senza Frontiere, associazione supportata anche dalla Fondazione Il Fatto Quotidiano, che racconta di una situazione nella Striscia al limite, dove “manca tutto”. “Mancano acqua, cibo e beni essenziali. I prezzi sono alle stelle e le poche cose che si trovano sono inaccessibili per la popolazione locale”. A pesare sulla popolazione è soprattutto un sistema sanitario e di assistenza ormai al collasso: “Si muore di diarrea, si muore anche di una semplice bronchite – dice ancora Vallaperta – Non c’è modo di curare tutte queste persone perché mancano gli spazi, non sappiamo dove poter creare la clinica”. Anche gli aiuti sono pochi, “improponibili“: “100 camion al giorno non possono soddisfare le esigenze di 2 milioni di persone che hanno dovuto lasciare le loro case senza portare nulla con sé”. “Nessuno pensava di trovarsi di fronte a una situazione in cui non si permette agli aiuti di arrivare dove ce n’è bisogno. Sono disponibili, ma non possono entrare”, conclude il coordinatore.
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