Il mercato dell’auto, sebbene continui a restare in territorio positivo, ha esaurito la spinta propulsiva che era iniziata nell’agosto del 2022 e aveva portato diversi mesi di crescita a doppia cifra. Queste, in estrema sintesi, le risultanze dei numeri di fine anno, diffusi dal Ministero delle infrastrutture e dei Trasporti, che evidenziano come a dicembre 2023 le immatricolazioni di auto nuove siano state 111.136, ovvero il 5,9% in più rispetto al dicembre 2022.

Una performance di certo non in linea con la media dell’anno, per cui verrebbe da pensare che, complice il nuovo schema incentivi non ancora reso ufficiale, i consumatori abbiano preferito rimandare l’acquisto dell’auto nuova. Comunque sia, il 2023 si è chiuso con un totale di 1.566.448 immatricolazioni, il 19 per cento in più rispetto al precedente. Ma ancora in difetto rispetto all’ultima stagione pre-covid, quella del 2019: secondo le stime del Centro Studi Promotor manca all’appello il 18,3% delle vendite. In pratica, quasi un’auto su cinque.

Ma che anno è stato per l’auto? Non facile, soprattutto per quanto riguarda la transizione verso la mobilità green. Alla fine, la quota delle auto elettriche è cresciuta solo di mezzo punto, passando dal 3,7% del 2022 al 4,2% del 2023. E anche peggio è andata alle ibride plug-in, ovvero quelle ricaricabili alla spina, che in un anno sono passate dal 5,1% al 4,4%. L’Italia è il fanalino di coda dell’Europa che conta su questo versante, ma va detto che i prezzi delle EV sono ancora troppo alti perché se ne possa favorire la diffusione. Evidentemente, poi, gli incentivi non bastano a colmare il divario coi listini di altri tipi di alimentazioni, se è vero che della dotazione per il 2023 oltre 300 milioni di euro sono rimasti inutilizzati.

Le preferite dagli italiani restano, invece, le ibride non ricaricabili: nel cumulato di fine anno hanno conquistato una fetta di mercato di oltre il 36%, ovvero un’auto nuova venduta su tre. Quanto alla benzina, sostanziale tenuta nel corso dell’anno con una quota del 28,5%, mentre prosegue il calo del diesel, ormai al 15,5%.

Per quanto riguarda i canali di vendita, quello dei privati chiude con una quota del 56%, seguito dal settore del noleggio (28,9%) e da quello delle aziende (15%). Da segnalare, nondimeno, il ritorno di una pratica non certo salutare per i valori residui, ovvero quella delle cosiddette autoimmatricolazioni, meglio note come Km zero: nell’anno appena trascorso sono state ben 160 mila, ovvero il 12% del totale. Giusto per fare un esempio, negli ultimi tre giorni di dicembre è stato immatricolato oltre il 38% del totale mese.

Cosa aspettarsi dal nuovo anno? Non particolari sussulti. Secondo il direttore del Centro Studi Promotor, Gian Primo Quagliano, “il mercato dell’auto sta entrando in una sostanziale e non breve stagnazione con la prospettiva per il 2024 di un volume di immatricolazioni allineato a quello del 2023 e, cioè, di 1.573.000 unità”.

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