C’è l’ipotesi che l’incendio che ha distrutto l’impianto di smaltimento rifiuti di Malagrotta sia stato doloso. È questa l’idea della procura di Roma – che indaga sul rogo della vigilia di Natale con l’aggiunto Giovanni Conzo – alla luce della prima informativa trasmessa dai vigili del fuoco. L’area interessata dallo sviluppo delle fiamme è stata intanto sequestrata e gli investigatori hanno acquisito le immagini delle telecamere di videosorveglianza e i pubblici ministeri hanno disposto accertamenti tecnici per stabilire le cause dell’incendio e individuare il punto esatto da cui è iniziato il rogo.

Le fiamme hanno interessato un capannone di stoccaggio di 14mila metri quadrati dove Ama porta circa 650 tonnellate di rifiuti al giorno, circa 200mila tonnellate l’anno, per trattare indifferenziata o residuali della raccolta differenziata. Per spegnere le fiamme, che hanno prodotto una lunga colonna di fumo visibile da molte zone della città, hanno lavorato per due giorni un centinaio di vigili del fuoco mentre il Campidoglio ha chiesto alla popolazione di tenere le finestre chiuse e di non utilizzare i condizionatori dell’aria. Divieto che era fino ad un raggio di un chilometro, poi esteso a 6. Non solo, il sindaco di Roma Roberto Gualtieri ha anche proibito nel raggio di tre chilometri il pascolo e la raccolta e consumo delle verdure.

L’impianto andato a fuoco era l’ultimo di questo tipo rimasto a Roma: gli altri tre sono già stati in passato distrutti o interessati da incendi e quindi chiusi. Il 15 giugno 2022 è bruciato il Tmb2, sempre a Malagrotta e quattro anni prima, l’11 dicembre 2018, era andato a fuoco il Tmb Salario. A marzo 2019 invece fu la volta dell’impianto di Rocca Cencia a bruciare e poi ad essere chiuso per decisione del Campidoglio. Ed è per questo che l’ipotesi del dolo non si può escludere.

Per il momento, come roso noto da Ama, l’azienda che gestisce la raccolta dei rifiuti a Roma, le operazioni di pulizia e raccolta stanno procedendo senza sosta in tutti i quadranti e non si prevedono ripercussioni sulle attività che si stanno svolgendo con regolarità. Giovedì nel Tmb di Malagrotta ci sarà anche una visita della Commissione parlamentare ecomafie e, in quella occasione, è previsto un sit-in convocato dal comitato Valle Galeria Libera per “dire basta a impianti, basta ad altri disastri ambientali e per pretendere l’avvio della riqualificazione del territorio”.

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