Il Consiglio e il Parlamento europeo hanno raggiunto un accordo informale sul Patto sui migranti e l’asilo, un insieme di cinque regolamenti proposti dalla Commissione nel 2019 per governare l’immigrazione irregolare. Il pacchetto di leggi disciplina a livello Ue tutte le fasi della gestione del fenomeno: lo screening all’arrivo, il rilevamento dei dati biometrici, le procedure per la presentazione delle domande di asilo, le regole per determinare quale Stato sia responsabile della presa in carico di una domanda, la cooperazione e tra gli Stati membri e la gestione delle situazioni di crisi. L’obiettivo è rendere più efficace il sistema europeo di asilo e aumentare la solidarietà tra i 27, consentendo di alleggerire il carico sui Paesi di primo approdo (tra cui l’Italia). Nelle scorse settimane i negoziati avevano incontrato numerosi ostacoli, tanto da far temere per l’approvazione entro fine legislatura. L’intesa raggiunta, comunque, è ancora provvisoria: nelle prossime settimane si continuerà a lavorare a livello tecnico per definire i dettagli dei nuovi regolamenti. In seguito, i testi saranno sottoposti all’Eurocamera e ai Comitato dei rappresentanti permanenti degli Stati membri (Coreper) per la conferma in Consiglio.

Esulta la presidente della Commissione Ursula von der Leyen: “La migrazione è una sfida europea che richiede soluzioni europee. Il Patto sulla migrazione e l’asilo garantirà una risposta europea efficace a questa sfida. Significa che saranno gli europei a decidere chi arriva e chi può restare nell’Ue, non i trafficanti. Significa proteggere chi ha bisogno“. “Abbiamo raggiunto l’accordo politico, per una migliore protezione delle nostre frontiere esterne, più solidarietà, più garanzie per i vulnerabili e i richiedenti asilo, il tutto basato sui nostri valori europei: sono davvero orgogliosa, ce l’abbiamo fatta”, dice la Commissaria agli Affari Interni Ylva Johansson. Il ministro Matteo Piantedosi definisce l’accordo “un grande successo per l’Europa e per l’Italia, che ora potrà contare su nuove regole per gestire i flussi migratori e contrastare i trafficanti di esseri umani”. Evidentemente non abbastanza, al contrario, per l’Ungheria che “rifiuta con forza” l’accordo raggiunto. Il ministro degli Esteri, Peter Szijjarto, ha contestato il contributo obbligatorio per tutti gli Stati al meccanismo di solidarietà. “Respingiamo con forza questo patto sui migranti. Non lasceremo entrare nessuno contro la nostra volontà”, ha aggiunto il ministro ungherese.

Secondo Amnesty International, invece, la nuova normativa farà “arretrare la legislazione europea in materia di asilo di decenni” e porterà a “una maggiore sofferenza umana”: “Invece di dare priorità alla solidarietà attraverso i ricollocamenti, gli Stati potranno semplicemente pagare per rafforzare le frontiere esterne o finanziare Paesi al di fuori dell’Ue”, denuncia la direttrice dell’Ufficio istituzioni europee della ong, Eve Geddie. Una posizione condivisa dalle altre Ong: “Il nuovo patto Ue sulla migrazione legalizza gli abusi alla frontiera e causerà più morti in mare: L’esito dei negoziati legittima lo status quo alle frontiere esterne dell’Unione europea, in cui violenza e respingimenti sono pratiche quotidiane”. È quanto affermano, in un comunicato congiunto Sea Watch, Sea Eye, Maldusa, Mediterranea Saving Humans, Open Arms, Resq People Saving People, AlarmPhone, Salvamento Maritimo Humanitario e Sos Humanity. “Verrà mantenuto il fallimentare sistema di Dublino e si continuerà invece nell’isolare i rifugiati e i richiedenti asilo, trattenendoli in campi remoti. Sempre più persone cercheranno di fuggire via mare, scegliendo rotte sempre più pericolose”

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