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Serbia, il partito di Aleksandar Vučić vince le elezioni parlamentari e le comunali a Belgrado

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Il presidente Aleksandar Vučić rafforza la propria leadership vincendo le elezioni parlamentari che ci sono tenute domenica in Serbia. Il suo Partito del progresso serbo (Sns) ha ottenuto il 46,6% dei voti che gli sono anche valsi la maggioranza dei seggi in Parlamento. Quella del Sns è stata una vittoria larga, con il cartello Spn, la Serbia contro la violenza – coalizione nella quale si sono riuniti i partiti dell’opposizione – che ha ottenuto circa la metà dei voti (23,1 per cento).

“Questa vittoria netta mi rende molto felice. Siamo coscienti dei risultati raggiunti nell’ultimo periodo e delle difficoltà che ci aspettano”, ha spiegato Vučić nel corso di una conferenza stampa tenuta nella notte insieme alla prima ministra Ana Brnabic. Oltre al grande successo nelle elezioni parlamentari, il Sns ha registrato anche una vittoria – seppur meno larga – nelle comunali tenute a Belgrado, la capitale della Serbia. Vucic ha detto che il Sns ha vinto con il 39% dei voti, registrando un margine di 5 punti percentuali sull’opposizione.

L’opposizione ha chiesto l’annullamento delle amministrative nella capitale, denunciando gravi brogli nelle operazioni di voto nella capitale. Secondo l’opposizione, oltre 40mila persone senza residenza a Belgrado sarebbero state condotte nella capitale per votare a favore dell’Sns, falsando in tal modo drasticamente il risultato della consultazione. Spn ha annunciato una manifestazione di protesta davanti alla sede della commissione elettorale per denunciare “il furto elettorale” nella capitale.

Vučić aveva convocato le elezioni parlamentari anticipate per massimizzare lo scenario prospettato dai sondaggi, che si è puntualmente verificato. Così, dopo circa dieci anni in politica, il presidente ha potuto ampliare il successo del suo partito in un momento delicato per la Serbia. Il Paese infatti sta provando ad accelerare il suo ingresso nell’Unione Europea pur essendo ritenuto una delle principali alleati della Russia. Basti pensare che nel blocco europeo è l’unico a non aver inflitto sanzioni a Mosca dopo l’invasione dell’Ucraina.

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