Attacchi a Elly Schlein e Movimento 5 stelle. Il messaggio di ringraziamento per gli alleati al governo (con ricordo di Silvio Berlusconi incluso) e l’endorsement al leader dell’estrema destra spagnolo Santiago Abascal. Giorgia Meloni è salita sul palco di Atreju per il comizio finale della festa di Fdi con il tono rilassato di chi, come ha rivendicato,”ritorna a casa”. E nella sua ora di discorso davanti a sostenitori e sostenitrici ha rilanciato la narrazione del “noi contro tutti“: contro il presunto “livore” di media e avversari, contro chi, ha detto, li vorrebbe “contrastare con ogni mezzo”. Poi ha parlato di quelli che considera i risultati degli ultimi 14 mesi che, per lei, “sembrano 14 anni”. Ha demolito, rivendicando ogni azione contro, le misure 5 stelle di reddito di cittadinanza e superbonus, assicurando che “rifarei tutto”. Poi, tra gli attacchi, ha inserito anche l’influencer Chiara Ferragni e il giornalista sotto scorta Roberto Saviano. Infine ha attaccato la sinistra per le battaglie contro i femmincidi, arrivando a sostenere che “è abituata a banchettare sulle tragedie per raggranellare qualche consenso”.

L’attacco a Schlein – L’esordio del discorso di Giorgia Meloni dal palco di Atreju è un attacco alla leader del Partito democratico: “Non insulti chi ha avuto il coraggio di essere qui”. Ha detto la presidente del Consiglio rivolgendosi a Elly Schlein. “Il fatto che abbia rifiutato l’invito mi ha ricordato ‘Ecce bombo’ di Nanni Moretti: mi si nota di più se vengo e me ne sto in disparte o se non vengo per niente? Faccio una citazione di sinistra. Ho letto che ha detto ‘vedo persone che sono lì per accreditarsi con chi comanda e obbedire agli ordini di chi comanda’. Ecco, cara Elly, tu puoi anche decidere di non partecipare, ma non c’è bisogno di insultare chi ha accettato un invito dimostrando un coraggio che evidentemente a voi difetta“. La presidente del Consiglio davanti ai suoi sostenitori e sostenitrici ha rivendicato l’emozione di essere tornata “a casa” per parlare della vittoria a Palazzo Chigi di 14 mesi fa, “che sembrano 14 anni“, ha detto.

Il messaggio agli alleati (italiani e spagnoli) – Il primo pensiero è stato ai ringraziamenti, soprattutto agli alleati di centrodestra. “Se da ormai 30 anni con formule diverse il centrodestra esiste non è un incidente della storia”, ha detto. “Esiste da 30 anni perché condividiamo sistema di valori e comune visione da realizzare. Il mio ringraziamento a chi non c’è più, grazie a Silvio Berlusconi“. Ma si è anche rivolta al leader dell’estrema destra spagnolo, presente in platea dopo il suo intervento della mattina: “Voglio ringraziare di nuovo il mio amico Santiago Abascal, ormai di casa ad Atreju, con Vox continueremo a lavorare insieme fianco a fianco per rafforzare la nostra famiglia politica e renderla sempre più protagonista dell’Europa che verrà”. Quindi ha proseguito con un elenco di ringraziamenti: “Grazie a tutti quelli che si sono fatti il mazzo a via della Scrofa” per la buona riuscita di Atreju, “compresa Arianna”, ha detto rivolgendosi alla sorella.

La citazione (ennesima) di Tolkien – Meloni ha proseguito citando, di nuovo, quello che definisce il suo libro preferito. “Tolkien aveva ragione: l’anello è insidioso, lusinga, ti circuisce, cerca di farti perdere il senso di realtà”, ha detto. “Ma c’è una cosa solo più forte e si chiama compagnia, persone per bene che ti accompagnano in silenzio facendo ciascuno la propria parte e pronte a prenderti in braccio perché tu possa continuare il tuo lavoro”. E ha aggiunto: “Quell’anello non ci avrà mai, siamo le stesse persone che eravamo ieri e le stesse di domani e porteremo il nostro compito a termine, ciascuno nel suo ruolo come un sol uomo”.

L’orgoglio italiano e l’economia “in positivo” – La presidente del Consiglio ha quindi proseguito rivendicando quanto fatto dal governo negli ultimi mesi. Ma soprattutto attaccando chi li critica. “Abbiamo lavorato a testa bassa, abbiamo raggiunto piano piano risultati che gli italiani riescono a vedere anche dietro la cortina fumogena del racconto livoroso e di parte di alcuni media”, ha detto. E ancora: “Il governo di centrodestra a trazione Fratelli d’Italia sarà soprattutto questo governo dell’Italia con la schiena dritta, che va a testa, con le scarpe piene di fango e le mani pulite”. Per Meloni fondamentale è far tornare “l’orgoglio italiano“: “Abbiamo il dovere morale di dare a tutti italiani l’orgoglio di voler rivendicare qui e fuori dai confini nazionali il fatto che ‘io sono italiano’. E’ la più grande rivoluzione che si possa regalare”. La premier ha quindi insistito sui risultati positivi a livelllo economico, risultati che però, come detto da tutti gli analisti, non dipendono esclusivamente dalle scelte del governo: “Nonostante un contesto non facile i dati macroeconomici sono positivi, la grande novità rispetto al passato è che non è stato buttato dalla finestra un solo centesimo dei soldi degli italiani. Avrebbe significato calpestare il loro lavoro, sprecare i soldi che pagano allo Stato con troppe tasse. Veniamo accusati di fare una politica di austerità, da alcuni politici dell’opposizione. Fa un po’ ridere detta a un governo che ha concentrato le risorse per difendere il potere d’acquisto delle famiglie. Ci accusano di aver smesso di sperperare i soldi dei contribuenti in bonus monopattini, banchi a rotelle, inutili superbonus: non si chiama austerità ma serietà, rispetto degli italiani che lavorano. Quando i soldi non ci sono, non si usano per comprare consenso facile”. E ha chiuso: “Ricordate il famigerato spread, l’indicatore che tanto piace ai commentatori che avrebbe dovuto spazzare via il governo? Attualmente è stabile 60 punti sotto a quando il governo si è insediato”. Meloni ha allora ricordato quando lo spread ha toccato di nuovo i 200 punti e “in tre ore avevano già fatto la lista dei ministri del governo tecnico. Una cosa divertentissima che tradisce come questa gente anti-italiana spera nella catastrofe economica pur di andare al potere”.

L’attacco a Ferragni – La premier ha anche attaccatto Chiara Ferragni senza nominarla: “Il vero modello da seguire”, ha detto, “non sono gli influencer che fanno soldi a palate indossando degli abiti o mostrando delle borse o addirittura promuovendo carissimi panettoni con i quali si fa credere che si farà beneficenza ma il cui prezzo serve solo a pagare cachet milionari. Il vero modello da seguire è il modello di chi quella eccellenza italiana la inventa, la disegna, la produce, e tiene testa a tutti nel mercato globale solo perché noi siamo più bravi, lo sappiamo fare meglio”. Il riferimento è alla recente multa dell’Antitrust a Chiara Ferragni e Balocco per il caso dei panettoni di beneficenza.

Contro il M5s e le sue misure – Meloni ha continuato demolendole le due principali misure del M5s, Reddito di cittadinanza e Superbonus. “Se chi prendeva il reddito di cittadinanza per lavorare in nero quando avrebbe potuto farlo mi detesta, poco importa. Non intendo comprare il consenso della gente. Quello è un privilegio che lascio ad altre forze politiche”. E sulla cancellazione della misura, ha detto: “Lo rifarei mille volte“. Poi ha continuato parlando del Superbonus: “Abbiamo fatto una legge di Bilancio espansiva nonostante una situazione drammatica ereditata dei conti pubblici soprattutto per il Superbonus, con qualcuno che faceva la campagna elettorale dicendo che si è potuto ristrutturare gratuitamente casa: quel gratuitamente ci ha lasciato un buco da 140 miliardi, quanto lo Stato spende in un anno per tutta la sanità”. Meloni ha sostenuto che, i soldi che mancano per la sanità, dipendono proprio dal Superbonus: “Ci chiedono i soldi per la sanità” ma “sono stati utilizzati per ristrutturare meno del 4% del patrimonio immobiliare italiano, prevalentemente seconde case, case di pregio, perfino 6 castelli lasciando a ogni italiano un debito di 2 mila euro”. E ancora: “L’autoproclamatosi partito dell’onestà ha finito per arricchire soprattutto i disonesti. Non ci stupisce, perché su ogni cosa hanno fatto esattamente il contrario di quello che avevano promesso”.

L’attacco a Saviano – Parlando di criminalità organizzata e mafia, Meloni ha rivendicato l’arresto di Messina Denaro. “Grazie di cuore a uomini e donne delle forze dell’ordine che presidiano territorio per anni abbandonato dallo Stato”, ha detto parlando di Caivano. Quindi attaccando, senza citarlo direttamente, lo scrittore e giornalista Roberto Saviano, autore di “Gomorra” e dal 2006 sotto scorta: “Sono storie da raccontare, che – ha aggiunto – nessuno scrittore racconta, forse perché i camorristi fanno vendere molto di più, ci si fanno le serie televisive. E magari regalano il pulpito da New York da cui dare lezioni di moralità agli italiani. Sempre, si intende, a pagamento”.

I pochi risultati sul fronte dell’immigrazione – L’unica ammissione di Meloni è stata sui pochi risultati sul fronte dell’immigrazione: “So bene che i risultati non sono quelli che ci si attendevano. È chiaramente il fenomeno più complesso che mi sia trovata a gestire, però la verità è che non mi interessano le scorciatoie che fingono di risolvere il problema per un po’. Sono pronta a pagare un prezzo in termini di consenso immediato per provare a fare quello che nessuno è riuscito a fare fin qui: dare una risposta vera, strutturale, definitiva a questo problema”.

Il caso della maternità surrogata – Tra i successi rivendicati, anche la proposta di legge in Parlamento per rendere la gestazione per altri reato universale: “I bambini non sono un oggetto, non si comprano e non si vendono, la maternità non è un business. Sembra una banalità ma va detto, e sono fiera che presto l’utero in affitto diventerà presto reato universale”. Una dichiarazione in linea con quanto detto da sempre da Meloni, ma che stride con la decisione di invitare sul palco di Atreju Elon Musk che, proprio per la maternità, ha fatto ricorso alla gestazione per altri. Su questo Meloni non ha fatto alcun commento.

Il referendum sulle riforme – Infine, la premier ha parlato della riforma per l’elezione diretta del presidente del Consiglio: “Loro sognano di usare il referendum confermativo, dicendo ‘Meloni come Renzi’ per mandarmi a casa ma il referendum non è su di me, il referendum è sul futuro di questa nazione. E stavolta quel futuro sarà nelle mani non dei partiti e dei poteri forti ma degli italiani”. Quindi ha chiuso chiedendo ai suoi compattezza: “Si conclude un anno durissimo, se ne sta per aprire un altro con sfide talmente imponenti che solo una comunità politica capace di enormi slanci” può affrontare. “Verremo contrastati con ogni mezzo, anche quelli non proprio legittimi, ma in fondo è un bene, gli avversari sono sempre un bene perché ti spingono a fare meglio”.

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