“Cosa hanno fatto gli organi consolari per evitare la violazione dei diritti subiti da Ilaria?”. È la domanda che Roberto Salis – il padre di Ilaria, detenuta nel carcere di massima sicurezza di Budapest – ha rivolto alla premier Giorgia Meloni, al presidente del Senato Ignazio La Russa e al Guardasigilli Carlo Nordio in una lettera. L’uomo spiega di non aver ricevuto una risposta spiegando di aver ha chiesto che le autorità italiane intervengano per tutelare i diritti della figlia, che si trova in “condizioni detentive disumane” come riporta da La Repubblica. Ilaria Salis – anarchica milanese di 39 anni – è stata arrestata a Budapest per aver aggredito, secondo l’accusa, due neonazisti durante il “Giorno dell’Onore”: una commemorazione che ogni 11 febbraio riunisce a Budapest centinaia di ammiratori di Hitler. Da ottobre denuncia le condizioni del carcere. In cella, 3 metri e mezzo di spazio vitale, convive con topi e scarafaggi, il cibo scarso. A questo si aggiunge l’umiliazione di essere trascinata all’udienza “legata e tenuta al guinzaglio da un agente di scorta”. Le autorità ungheresi le contestano anche di essere legata a Hammerbande: il gruppo tedesco che si propone di assaltare i militanti fascisti.

“La vicenda di Ilaria Salis deve essere subito affrontata dal governo e le istituzioni italiane – ha detto in una nota il co-portavoce di Europa Verde e deputato di Avs, Angelo Bonelli -. È una vergogna che né la premier Giorgia Meloni, né il presidente del Senato Ignazio La Russa, né i ministri degli Esteri e della Giustizia Antonio Tajani e Carlo Nordio abbiano ancora risposto alle richieste del padre. Visto che è chiaro che i metodi delle carceri ungheresi siano da catalogare come torture. O dobbiamo pensare che visto che si tratta dell’Ungheria di Orban, miglior amico europeo della premier Meloni, l’Italia abbia deciso di stare dalla sua parte o non da quella della Corte europea dei diritti dell’uomo e del Comitato europeo per la prevenzione della tortura? Presento un’urgente interrogazione parlamentare e la richiesta che la premier venga in aula a spiegare le ragioni del suo scandaloso silenzio”.

“Vogliamo sapere che cosa ha fatto finora l’ambasciata italiana a Budapest, almeno per rivendicare i diritti basilari della civiltà giuridica a tutela della nostra concittadina – afferma il segretario nazionale di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni, parlamentare dell’Alleanza Verdi Sinistra -. In attesa di avere queste risposte, comunque, il governo italiano e la presidente del Consiglio Meloni così tanto amica di Orban si attivino, e gli facciano capire che siamo nell’Europa del 3º Millennio e non in una fase oscura del Medioevo. Se invece purtroppo non accadesse nulla sarebbe ancora più evidente la complicità e la subalternità della destra italiana con una cultura e pratiche che non possono appartenere al nostro vivere civile”.

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