Il premier dell’Albania Edi Rama difende l’accordo con il governo Meloni per costruire un centro di accoglienza e rimpatrio per i migranti sul suolo albanese. E lo fa a pochi giorni dalla sospensione dell’accordo da parte della Corte costituzionale albanese e direttamente dalla festa di Fratelli d’Italia ad Atreju. “La Corte”, ha detto dal palco dove è stato presentato come uno degli ospiti d’onore, “ha fatto il suo dovere, perché per la Costituzione è automatico sospendere un accordo per prenderlo in considerazione prima della ratifica del Parlamento. E’ la prova che io non controllo le corti in Albania“. E ha aggiunto: “Io sono fiducioso perché l’accordo non ha nulla di incostituzionale. Entro marzo è il limite del tempo ma credo che la decisione sarà presa molto prima perché è un accordo molto importante e bisogna che entrambi i governi sappiamo se possono andare avanti o no”. In platea ad applaudire in prima fila, proprio la presidente del Consiglio Giorgia Meloni: nella sua agenda oggi sono in programma due bilaterali, uno con Rama e l’altro con il primo ministro britannico Rishi Sunak, anche lui atteso ad Atreju. Seduto in prima fila, c’è pure il leader di Vox, Santiago Abascal, che invece interverrà domenica 17.

“Mi sembra che sull’accordo” sui migranti tra Italia e Albania “ci sia stato un rumore sproporzionato”, ha detto Rama. “È un accordo naturalissimo tra due Paesi con nomi diversi ma che io vedo come parti di uno stesso popolo”. L’Italia “è sempre stata dalla nostra parte”, ha aggiunto ricordando il sostegno ricevuto da Roma sia prima che dopo la caduta del comunismo in Albania. “Quando l’Italia ci chiede qualcosa per noi è un onore. Sarà sempre un privilegio essere un amico speciale per l’Italia e dobbiamo fare di tutto per essere un fratello per l’Italia”. E ancora: “Non accetterei altre richieste da Paesi europei, le abbiamo avute da altri Paesi Ue ma abbiamo detto di no“, ha detto. Non ha fatto nomi ma ha specificato che sono “Paesi cugini, e non Paesi fratelli come l’Italia. C’è una differenza: se noi facciamo un accordo con un Paese come l’Italia lo facciamo come sforzo comune, non come se fossimo un Paese fuori al quale trasferire il problema. Quello che l’Italia fa non è trasferire il problema, ma cercare di allargare lo spazio per gestire questo percorso mentre tratterà il problema da sé”. Rispondendo poi sul rispetto dei diritti di chi arriva in Italia e in Europa, Rama ha sostenuto che le persone salvate attraverso l’intesa sui migranti con l’Italia “non saranno lasciate in mare o portate a Guantanamo o nei lager come dice qualcuno. Bisogna avere rispetto per le vittime dei veri lager e di Guantanamo”.

Rama non si è risparmiato negli elogi alla premier italiana: “Ho grande rispetto per Giorgia” Meloni che “è andata contro tutti i pronostici e sta cercando di convincere l’Europa che bisogna lavorare tutti insieme”. E ha aggiunto: “Sta facendo qualcosa di molto importante, per passare da un sovranismo nazionale a un sovranismo europeo“. Parlando invece della sinistra e di chi ha chiesto la sua espulsione dal Partito socialista europeo, Rama ha detto di non voler rispondere. “Voglio chiarire un’altra cosa, con Giorgia abbiamo un rapporto fraterno, ci sono quelli che pensano che questo non deve essere così, ci sono quelli che pensano che io non dovevo venire qui, ho avuto un dialogo con il nostro partito socialista europeo, per loro era impensabile che io avessi accettato di venire qui”. Secondo Rama è “importante comunicare con un’altra famiglia politica” perché “la qualità della democrazia non sia basa su quanto siamo d’accordo ma sul modo in cui siamo capaci di gestire i disaccordi”. Piuttosto sulla sua parte politica ha detto: “Ho avuto la fortuna di incontrare Papa Francesco, che secondo me è il più grande e indiscutibile leader della sinistra“, e “parlo della sinistra europea e mondiale, non dico che devono scegliere il Papa come leader del Partito democratico”. E ricordando l’incontro col pontefice ha definito “un uomo santo e molto saggio”.

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