di Brenda Ferretti, campaigns manager di Essere Animali

Essere Animali ha lanciato una campagna rivolta a KFC, una delle più grandi catene di fast food del mondo, per chiedere che si impegni a garantire standard più elevati per i polli allevati dai loro fornitori. Come? Sottoscrivendo anche in Italia lo European Chicken Commitment (ECC), come ha già fatto in altri Paesi europei, incluse Francia e Germania. Oltre alla campagna Essere Animali ha lanciato una petizione (che si può firmare qui) e ha diffuso nuove immagini inedite che mostrano le condizioni di vita dei polli broiler nella stragrande maggioranza degli allevamenti intensivi italiani, inclusi quelli da cui si riforniscono le grandi catene di fast food.

KFC è diffusa in più di 115 Paesi con una rete di 18 mila ristoranti e 8 milioni di clienti ogni giorno e per questo, firmando l’ECC in Italia, potrebbe davvero fare la differenza per milioni di polli. Oltre 300 aziende in tutta Europa, tra cui alcune italiane, hanno già aderito all’ECC, grazie al quale è possibile affrontare e risolvere alcune delle problematiche cruciali di benessere dei polli. Parliamo innanzitutto della densità all’interno degli allevamenti intensivi, che può raggiungere anche 20 animali per metro quadrato, e l’utilizzo di razze selezionate geneticamente per ottenere una crescita eccessivamente rapida e, per questo motivo, più soggette a un’elevata incidenza di problemi muscolari, scheletrici e cardiovascolari.

Problematiche che sono evidenti nelle immagini che Essere Animali ha raccolto tra marzo e giugno del 2023 in provincia di Brescia. Immagini che mostrano a consumatori e consumatrici la realtà quotidiana negli allevamenti di polli in Italia: animali che a circa 40 giorni di vita hanno già raggiunto il peso di macellazione e che sono ormai incapaci di muoversi o reggersi sulle zampe deformate, o che a fine ciclo produttivo arrivano ad avere a disposizione a malapena lo spazio di un foglio A4.

Inoltre, come evidenzia il report The Pecking Order, tra il 2022 e il 2023 la multinazionale in Italia ha fatto dei grossi passi indietro su alcuni parametri importanti, come la diminuzione della percentuale di polli storditi in maniera efficace in sistemi a gas o l’assenza totale di polli allevati con densità inferiori a 30 kg/m2, come invece previsto dall’ECC.

KFC dichiara che un cibo di buona qualità parte dal garantire standard maggiormente rispettosi del benessere animale in allevamento. Se questo è vero, KFC Italia deve intervenire e collaborare al più presto, prendendo un impegno concreto per mettere fine alle sofferenze dei polli. Firma la petizione.

Articolo Precedente

Sulle Alpi l’overtourism si deve soprattutto allo sci di pista. Ma Cervières ha detto no

next
Articolo Successivo

Milano, “acque reflue scaricate dalle aziende nel canale di irrigazione”: allarme inquinamento al Parco Agricolo Sud

next