“La situazione a Gaza è stata definita dai vertici delle Nazioni Unite come ‘apocalittica’ e i resti dei territori sotto l’Autorità Nazionale Palestinese sono, anch’essi, preda di gravi sofferenze, per le violenze che le persone subiscono”. Sono le parole del presidente della Repubblica Sergio Mattarella dopo lo scambio di auguri con il Corpo Diplomatico. Mattarella parla delle guerre in Medio oriente e in Ucraina e cita anche Papa Francesco: “Impossibile non riconoscere la chiaroveggenza del Pontefice che già dieci anni orsono aveva parlato per la prima volta di una ‘guerra mondiale a pezzi. Quel monito, oggi più che mai attuale – aggiunge il presidente della Repubblica – non deve essere ignorato e richiede una più consapevole lettura della realtà. Questi frammenti di guerra, infatti, rischiano di creare false prospettive, ingannando la nostra capacità di analisi e di comprensione”. “La guerra mondiale a pezzi – sottolinea Mattarella – porta a un mondo in pezzi. Si innalzano muri, si attenta alla libertà di navigazione e di approdo. Per evitare di trasformarsi in conflitti di più ampie proporzioni – continua – deve spingere a ricercare un fattore comune da cui riprendere le fila di un confronto che consenta una proficua riforma strutturale del multilateralismo”.

“Inumano non proteggere i bambini” – Appare “inumana“, sottolinea il Capo dello Stato, una “comunità internazionale che non riesce a proteggere i suoi figli, che non è in grado di portare aiuto umanitario neanche ai fanciulli“. Oltre ad “allarmarsi” per “i danni inflitti al nostro pianeta da virus o da catastrofi naturali”, per Mattarella è necessario “constatare che il pericolo maggiore arriva dagli sciagurati comportamenti di alcuni governi, da forze paramilitari, da gruppi terroristici”. Rinnovando “la più forte e ferma condanna della Repubblica Italiana” per gli “attacchi terroristici mossi da Hamas contro inermi cittadini israeliani” e la loro “ferocia contro contro i bambini”, Mattarella ricorda anche “le oltre 5.000 piccole vittime innocenti nella striscia di Gaza“. Il presidente rivolge anche un pensiero, citando un rapporto dell’Unicef, ai “6,4 milioni di bambini ucraini” che “sono risultati bisognosi di assistenza umanitaria” e ai “13.000 bambini che hanno perso la vita o sono stati feriti nel lungo conflitto interno in Siria“, senza dimenticare la situazione dei bambini “in Yemen e ad Haiti”.

“Pericoli di oggi come quelli di 80 anni fa” – Il Capo dello Stato fa anche un parallelismo con gli anni del secondo conflitto mondiale. “I pericoli di oggi – aggiunge – hanno nomi diversi da quelli di ottant’anni fa, ma non sono meno temibili, e dovrebbero indurci ad agire, subito, insieme”. Per Sergio Mattarella gli organismi internazionali – “dall’Organizzazione delle Nazioni Unite, all’Organizzazione mondiale del commercio, dall’Organizzazione mondiale della sanità al regime sul controllo degli armamenti nucleari” – hanno bisogno “di essere aggiornati e rafforzati“: “Delle loro carenze tutti paghiamo un prezzo”, sottolinea. “Un anno fa in questa stessa occasione – aggiunge Mattarella – concludevo il mio saluto auspicando il ripristino di una pace giusta per l’Ucraina. Dobbiamo invece constatare, purtroppo, che non soltanto Kiev è ancora impegnata a difendersi dall’inaccettabile aggressione russa, ma che molte altre aree del nostro globo sono oggi in condizioni di maggiore precarietà rispetto allo scorso anno”.

“Riformare anche l’Ue” – Non solo Onu e Oms, per il presidente della Repubblica serve riformare anche l’Ue: “Oltre ad ampliare il numero dei suoi membri, l’Unione Europea dovrà mettere mano a quel complesso di riforme istituzionali necessarie per renderla in grado di affrontare, con efficacia e tempestività, le sfide del nostro tempo, offrendo l’esempio di una comunità che, attraverso il dialogo e il negoziato, contribuisce in maniera ancora più rilevante alla causa della pace e della collaborazione internazionali”, afferma il presidente Sergio Mattarella. “Il mondo in questi decenni è cambiato ma l’esito dei conflitti non gli recherebbe mai un ordine più rispettoso e più giusto. Se si desiderano realizzare regole e istituzioni più rispondenti è certamente produttivo ed efficace procedere all’impresa quando si è in pace”, conclude il Capo dello Stato.

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