Musica

Morta a 35 anni la cantante Zahara: nei suoi brani raccontava della violenza di genere subita in Sudafrica

Come confermato anche dal suo manager, Oyama Dyosiba, la sua assistita soffriva di alcolismo dal 2019, una condizione che alla lunga le ha distrutto gli organi

di F. Q.

E’ morta la cantante Bulelwa Mkutukana, in arte Zahara. A soli 35 anni il mondo della musica piange la scomparsa di una delle maggiori icone del panorama africano. Divenuta famosa nel 2011 con l’album Loliwe, che in poco più di due settimane ha ottenuto due dischi di platino, l’artista ha avuto una vita extra-palcoscenico non sempre facile. Paladina e portavoce nel raccontare la violenza di genere subita nel suo Paese, ad annunciarne il decesso è stato il ministro della cultura del Sudafrica Zizi Kodwa. “Zahara e la sua chitarra hanno avuto un impatto incredibile e duraturo sulla musica sudafricana”, ha scritto il politico su X (ex Twitter).

Se la sua carriera le ha regalato momenti indimenticabili, come quello di aver suonato in privato per l’ormai anziano Nelson Mandela, nel privato Zahara combatteva contro problemi di alcolismo che, mano a mano, hanno condizionato in maniera irreversibile la sua salute. Anche il suo manager, Oyama Dyosiba, ha confermato che l’artista soffriva di alcolismo dal 2019, una condizione che alla lunga le ha distrutto gli organi. Proprio in quell’anno la sorella della cantautrice aveva dichiarato: “Se continua a bere, morirà… Ci stiamo assicurando che ci sia sempre qualcuno intorno a lei per vigilarla affinché non ricominci a bere”. Parole, le sue, che oggi suonano come tristemente profetiche.

La cantante era infatti ricoverata in ospedale da alcuni mesi per complicazioni al fegato: il governo locale ha fatto sapere che stava supportando la famiglia “da qualche tempo”. “Era una luce pura e un cuore ancora più puro in questo mondo. Un faro di speranza, un dono e una benedizione per noi e per innumerevoli persone”, ha scritto sui social chi le voleva bene. E ancora: “Piangiamo la scomparsa di Zahara. È con il cuore pesante e il dolore più profondo che annunciamo la scomparsa della nostra amata figlia, sorella e amica Zahara”.

La ragazza cantava in xhosa (lingua nguni parlata in Sudafrica e Lesotho) e in inglese, spesso unendo i due idiomi. Nel 2020, la BBC la inserì nella lista delle 100 donne più influenti dell’anno, per via del suo attivismo e del suo impegno contro la violenza sulle donne.

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