Nemmeno a scuola si investe nei libri, nonostante gli studenti abbiano voglia di leggere. Stimando un costo medio di 12,10 euro a volume, gli istituti aderenti al progetto #ioleggoperché – che hanno partecipato alla rilevazione dell’Associazione italiana editori – investono risorse per comprare un solo libro ogni quattro alunni. La spesa media per scuola è infatti di 623 euro l’anno, ovvero meno di 3 euro a studente. A fornire il quadro è l’ufficio studi dell’Aie che, coinvolgendo 2.793 istituti, ha elaborato la ricerca Di cosa parliamo quando parliamo di biblioteche scolastiche. I risultati non sono per nulla confortanti.

“L’indagine che presentiamo dimostra che quando si intraprendono iniziative per promuovere la lettura c’è una risposta positiva dei giovani – ha dichiarato il presidente di Aie Innocenzo Cipolletta – Allo stesso tempo, lo spirito di iniziativa dei docenti e dei volontari che animano le biblioteche scolastiche, laddove presenti, non basta a superare una cronica mancanza di risorse: bisogna fare di più e il coinvolgimento del ministero dell’Istruzione e del Merito in questo progetto è un buon presupposto”.

Partiamo dallo stato della situazione. Tre scuole su quattro (77,4%) dichiarano di disporre di una biblioteca: la percentuale varia dal 62,4% della scuola d’infanzia al 90,7% della scuola secondaria di secondo livello. Una su cinque dichiara che ha aperto o aprirà la sua biblioteca scolastica grazie a #ioleggoperché. Altro dato positivo: la frequentazione delle biblioteche scolastiche è passata dal 26% del 2018 al 41% del 2023. Nella fascia 4-6 anni c’è stato un incremento dal 5% del 2018 al 47% di quest’anno. Tra i 7 e i 9 anni dal 10% al 33% e tra i 10 e i 14 anni dal 33% al 53%.

Ma veniamo ai problemi, molti. Il primo: gli spazi. La superficie media di una biblioteca è di 42,7 metri quadrati e in circa un caso su tre (32,1%) non sono disponibili più di dieci posti a sedere. Ad avere tra le 21 e le 30 postazioni, il numero di una classe media, sono solo il 20,9%. La seconda questione: i tempi. Le biblioteche restano aperte poco. Oltre una su tre (il 35,8%) è usufruibile meno di sette ore a settimana. Terzo ostacolo: le risorse umane e finanziarie sono poche, pochissime.

Per quanto riguarda il catalogo, circa la metà (il 48,7%) ha un patrimonio che non supera i cinquecento volumi. Mediamente ci sono sei testi e mezzo per studente. Una biblioteca su quattro non ha nemmeno un addetto stabile e solo l’1,6% è un bibliotecario professionista: negli altri casi la gestione è in mano a docenti, genitori e studenti, spesso su base volontaria. Il 69,7% degli istituti non ha un budget dedicato e la spesa media per istituto è di 1.191 euro, ovvero 5,08 euro a studente.

Di questi soldi, circa la metà è destinata all’acquisto di volumi: ovvero 623 euro, 2,98 euro a studente. A spendere di più per il funzionamento delle biblioteche sono le secondarie di secondo grado che arrivano a sborsare in media 2.281 euro l’anno mentre in fondo alla classifica c’è l’infanzia dove il budget medio è di 613 euro mentre è proprio in quest’ultima fascia che si investe di più per singolo alunno (8,96 euro). Da sottolineare che nell’epoca 4.0, il prestito digitale praticamente non esiste: solo il 9,3% lo mette in atto.

Ma come vengono utilizzate le biblioteche? Secondo le dichiarazioni di chi gestisce le librerie scolastiche, nell’83,8% dei casi i ragazzi scelgono i libri girando per gli scaffali, nel 58,3% su indicazione del docente; nel 7,3% consultando il catalogo. I laboratori di lettura (64,9%) sono le attività più spesso avviate da chi gestisce le biblioteche scolastiche, seguite dalla visita alle biblioteche comunali di pubblica lettura (31,4%) e dagli incontri con gli autori (27,4%).

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