Vivace botta e risposta a L’aria che tira (La7) tra la sociologa Chiara Saraceno e il deputato di Fratelli d’Italia Manlio Messina sul salario minimo.
Il parlamentare meloniano si rende prima protagonista di un’accesa querelle col deputato del M5s Michele Gubitosa sullo stesso tema e sottolinea: “Al governo c’è il centrodestra e nel programma del centrodestra il salario minimo non c’è. Abbiamo ascoltato la proposta dell’opposizione e l’abbiamo lavorata, ma di questo dovete farvi una ragione: il governo votato dagli italiani nel programma elettorale ha il salario giusto ed equo, che viene stabilito dalla contrattazione nazionale”.
E fa un esempio: “Se Parenzo, secondo il contratto nazionale, prende 25 euro all’ora, col salario minimo si autorizza per legge che lui ne prenda 9“.

Gubitosa insorge definendo false le affermazioni di Messina. Dello stesso avviso è anche Saraceno che spiega: “In tutti i paesi in cui c’è il salario minimo questo non impedisce che ci siano la contrattazione e salari più alti. Semplicemente il salario minimo pone una base al di sotto del quale – continua – nessun contratto legale dovrebbe scendere. Questa è la funzione del salario minimo: garantire quello che voi definite ‘salario giusto’ e ‘salario equo’, ovvero un salario che riconosce un compenso decente a un’ora di lavoro. Insomma, il minimo della decenza“.

E aggiunge: “Questo non esclude assolutamente la contrattazione. Anzi, pone un livello al di sotto del quale un sindacato, come purtroppo già è successo, non potrebbe mai fare un contratto in cui un lavoratore è pagato 5 euro lordi all’ora”.
Messina insiste: “E lei mi può dimostrare che un contratto a 15 euro all’ora non possa essere portato a 9 euro? Me lo dimostra? Come?”.
E la sociologa risponde allibita: “Ma guardi che questa è la funzione della contrattazione“.

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