Le tre nomine del ministro Giuseppe Valditara per il progetto “Educare alle relazioni” scuotono le maggioranza. Una in particolare, cioè la scelta di Anna Paola Concia (attivista lgbtqi+ ed ex deputata del Pd) ho provocato immediatamente la presa di distanza del partito della presidente del Consiglio Giorgia Meloni. “Non lo avrei fatto”, ha detto Maddalena Morgante, deputata di Fratelli d’Italia e responsabile nazionale del dipartimento Famiglia e valori non negoziabili del partito. Se l’unico partito a “rispettare” le nomine di Valditara è Forza Italia, con le dichiarazioni del suo leader Antonio Tajani, estremamente rilevante è la posizione assunta dalla Lega contro quello stesso ministro dell’Istruzione e del merito che è espressione proprio del partito di Matteo Salvini. “Non c’è bisogno di nomi o soluzioni divisive per educare alle relazioni”, taglia corto Simona Baldassarre, responsabile del Dipartimento Famiglia del Carroccio. Ma nel partito c’è addirittura chi, come consigliere regionale dell’Emilia Romagna Matteo Montevecchi, a Valditara chiede le “dimissioni immediate”, considerato “inadeguato” per il ruolo che ricopre “in quanto ha dimostrato platealmente un gigantesco complesso di inferiorità culturale“.

Non è bastato affiancare al nome di Anna Paola Concia quelli di due esponenti di peso dello schieramento opposto: suor Anna Monia Alfieri e l’ex candidata per il Popolo della famiglia di Mario Adinolfi, Paola Zerman. Gli esponenti dello stesso partito di Valditara non ci stanno: “La scuola non è luogo per le ideologie o per l’indottrinamento. La scuola deve essere libera, luogo di formazione e di confronto per le nuove generazioni. Questo la Lega lo ha chiaro da sempre, come sono chiari i nostri valori, che abbiamo indicato nel programma di Governo”, spiega Simona Baldassarre. Apprezzando i “grandi risultati” ottenuti da Valditara la responsabile del dipartimento Famiglia della Lega tiene a precisare però che “per educare gli alunni ci sono un ministero efficiente e ben guidato, straordinari insegnanti e soprattutto le famiglie. Non c’è bisogno di nomi o soluzioni divisive per educare alle relazioni, soprattutto se rischiano di alimentare polemiche“.

Di tenore ancora più drastico sono le parole del consigliere regionale leghista dell’Emilia-Romagna. In un post su Facebook Matteo Montevecchi critica pesantemente la nomina di Paola Concia: “Una decisione che milioni di italiani si sarebbero aspettati da un governo targato Schlein e teoricamente non da questo”, scrive. “Dire che il ministro Valditara debba revocare la nomina di Paola Concia è scontato, giunti a questo punto in assenza di dietrofront, mi aspetto le sue dimissioni immediate, poiché inadeguato in quanto ha dimostrato platealmente un gigantesco complesso di inferiorità culturale”, afferma Montevecchi che al ministro leghista assicura dura battaglia: “Caro ministro, questa non sarà la classica ‘polemica’ che dura due giorni, come immagino penserà, perché noi saremo disposti a ricordarle oggi, domani e sempre che l’educazione è una prerogativa della famiglia, figuriamoci se siamo disposti a delegarla alla Concia”, conclude nel suo post il consigliere regionale.

Frizioni interne che si aggiungo a quelle già espresse dal socio di maggioranza del governo. “Anna Paola Concia è una bravissima persona, ma non vedo perché debba essere lei a occuparsi di questo progetto. Su questo non sono d’accordo con l’amico leghista Valditara”, ha commentato Maddalena Morgante, deputata di Fratelli d’Italia. Tutto questo mentre l’associazione Pro vita e famiglia ha annunciato subito, con il portavoce Jacopo Coghe, “una petizione popolare rivolta al ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, che in poche ore ha già raccolto migliaia di firme di elettori costernati”. “Porteremo avanti questa battaglia senza cedere ad alcun compromesso, pronti a tirare le somme – avverte Coghe – alle prossime elezioni europee“.