Per Rafael Curruchiche – procuratore della Repubblica del Guatemala, molto chiacchierato nel suo Paese e definito “corrotto” dagli Stati Uniti d’America – le elezioni presidenziali vinte da Bernardo Arévalo il 20 agosto devono essere annullate. L’8 dicembre, durante una conferenza stampa, ha sostenuto la revoca dell’immunità al presidente eletto. Nello stesso incontro la procuratrice Leonor Morales ha dichiarato che è stato emesso un mandato d’arresto contro Jorge Salvador Santos Neil, responsabile informatico del Tribunale Supremo Elettorale (TSE), e Alejandra María Chiroy Castro, direttrice del Dipartimento di Iscrizione di cittadine e cittadini e Preparazione dei Registri.

I due sarebbero accusati di abuso di potere, falsificazione dei materiali con l’aggravante di aver falsificato documenti elettorali. Secondo le indagini ci sarebbero stati “sabotaggi” coordinati sia durante le operazioni di voto che di conteggio, tanto che Morales dichiara che “le azioni di attacco informatico sono state eseguite in coordinamento con membri del TSE per far coincidere i dati inseriti con l’intrusione irregolare nel sistema informatico con i dati contenuti nei verbale di chiusura dei seggi. Il tutto ha alterato le volontà espresse con il voto dal popolo del Guatemala”.

La risposta del Tribunale Supremo Elettorale è arrivata pochi minuti dopo la conferenza stampa della Procura Generale della Repubblica. A prendere parola è stata la presidente dell’organismo elettorale, Blanca Alfaro, che ha ribadito che le elezioni sono valide e che “tutte le elette e tutti gli eletti dovranno prendere i loro posti il 14 gennaio se no si verificherebbe una rottura dell’ordine costituzionale”. Secondo Alfaro “non c’è nessuna regione per ripetere le elezioni”.

La nuova azione giudiziaria della Procura guatemalteca contro Arevalo e il Movimento Semilla arriva a poche ore da una grande manifestazione che giovedì 7 dicembre ha attraversato le strade della capitale. Una manifestazione guidata, nuovamente, dai popoli indigeni e ancestrali che ha chiesto il rispetto delle volontà popolari e le dimissioni dei vertici della Procura. La situazione è fuori controllo e grave tanto che secondo la segreteria dell’Organizzazione degli Stati Americani (OSA) si può parlare di “tentativo di colpo di stato da parte della Procura del Guatemala”. Nel duro comunicato dell’OSA si legge “il tentativo di annullare le elezioni generali di quest’anno costituisce la peggiore forma di strappo democratico e il consolidamento di una frode politica contro la volontà del popolo”.

L’ex procuratrice generale della procura, Claudia Paz y Paz, commenta così la notizia: “Né la procura come istituzione, né un suo procuratore, hanno l’autorità per decretare nulle le elezioni”. La rete delle realtà che difendono i diritti umani in Guatemala è uscita pubblicamente con un comunicato intitolato “Rifiutiamo il colpo di stato guidato dalla Procura della Repubblica e chiediamo le dimissioni della procuratrice generale”. Già l’Alto Commisariato dell’ONU per i Diritti Umani, Volker Türk, aveva segnalato pubblicamente, mercoledì 6 dicembre, l’azione della procura e l’aveva bollata come preoccupante.

Intanto gli Usa hanno deciso di inviare a Città del Guatemala il senatore Tim Kaine, presidente della sotto-commissione per le Relazioni Estere del Senato, accompagnato da quattro senatori, una senatrice e due parlamentari, per incontrare il presidente eletto Bernardo Arévalo e la sua vice Karin Herrera. L’incontro era già in programma e l’Ambasciata stelle e strisce l’ha presentato come un momento “per mantenere democrazia e stabilità politica in Centro America”. Anche la Spagna, per voce del premier Pedro Sanchez, la Colombia, con la presa di parola del Presidente Gustavo Petro, e la Norvegia hanno solidarizzato con il presidente eletto Arévalo e attaccato il tentativo di destabilizzazione della democrazia che la Procura della Repubblica e la sua responsabile, Consuelo Porras, stanno portando avanti.

Pedro Sanchez ha scritto su Twitter che l’azione della procura “attacca la democrazia e le volontà popolari espresse con il voto”, mentre Josep Borrell, alto rappresentante affari esteri dell’UE, ha scritto che l’Unione Europea condanna il tentativo di golpe. Il presidente eletto Arévalo ha risposto alle nuove accuse contro di lui e contro il Movimento Semilla, respingendole totalmente, leggendo una dichiarazione scritta in conferenza stampa, e quindi ha risposto alle domande di decine di giornaliste e giornalisti ricordando che è in corso un tentativo di colpo di stato che vorrebbe invalidare le volontà popolari e svilire, una volta di più, la democrazia nel paese definendo “assurdo, ridicolo e perverso” quanto sta accadendo e ha ribadito anche su X: “Le persone hanno votato per il cambiamento, si sono mobilitate, hanno fatto sentire la loro voce, hanno camminato per le strade e si sono riversate nelle piazze difendendo con dignità il loro diritto di scelta”.

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