Si avvicinano le feste di fine anno, ma in Italia è vietato viaggiare. Perché i treni, compresa l’Alta velocità, sono spesso in grande ritardo, e non tutti hanno il potere di fermarli in una stazione a portata di auto blu, come ha fatto il ministro Francesco Lollobrigida. Le autostrade sono piene di cantieri, uno ogni 12 chilometri secondo una recente ricerca di Altroconsumo, e nelle giornate di maggior traffico il rischio ingorgo è altissimo. Meglio l’aereo, allora? Forse, ma ormai i voli low cost sono sempre più difficili da trovare, e probabilmente siamo alla fine di un’era.

“Vietato viaggiare (se non ti chiami Lollobrigida)” è il titolo di copertina del nuovo numero di FQ Millennium, il mensile diretto da Peter Gomez, in edicola da sabato 9 dicembre. Nel long form sui “ritardi mascherati” dei treni ad alta velocità, Carlo Di Foggia e Luigi Franco spiegano come mai le statistiche sulla “puntualità” fornite da Trenitalia e Italo non rispecchiano l’esperienza dei viaggiatori. Fra questi c’è Valentina Petrini, che nella sua consueta rubrica rievoca le continue vessazioni subite da frequente utilizzatrice della linea Roma-Lecce, e dà voce ai passeggeri esasperati.

Grazie a dati inediti ottenuti da Rfi, Rete ferroviaria italiana, l’inchiesta evidenzia i nodi più critici di una rete sempre più ingolfata (oltre 50 mila i treni Av circolati nel 2023): sulla Milano-Napoli, per esempio, nel capoluogo campano arriva in ritardo un convoglio su tre. Poi ci sono i periodi neri: l’anno scorso, nella settimana culminata con domenica 25 dicembre, sono arrivati puntuali solo tre Frecciargento su dieci.

Sono questi i ritardi annacquati nelle statistiche ufficiali sulla “puntualità” di Trenitalia e Italo, fatte su medie dell’intera rete e che calcolano insieme tutti gli sforamenti oltre i dieci minuti, parificando il piccolo disagio di arrivare 15 minuti dopo il previsto alle attese di ore e ore.

All’estero, si legge nella rubrica “Strangers do it better“, i ritardi sono molto più contenuti e i rimborsi ben più sostanziosi: in Spagna le Ferrovie restituiscono il 50% del biglietto per ritardi superiori ai 15 minuti, e la tariffa intera per quelli superiori a 30 minuti.

A chi invece viaggia su gomma, Marco Grasso spiega come mai i troppi cantieri che punteggiano la nostra rete autostradale sono un pedaggio postumo che paghiamo ai Benetton. L’inchiesta bis sul crollo del Ponte Morandi, infatti, ha svelato un sistema in cui le manutenzioni previste non venivano fatte, o venivano fatte male, per aumentare i profitti. Il ministero delle Infrastrutture, che avrebbe voluto vigilare, chiudeva gli occhi. Ora la società Autostrade è passata in mano (semi)pubblica e la nuova gestione è stata costretta a recuperare il tempo perduto, disseminando le corsie di lavori in corso.

Il crollo del Ponte Morandi nel 2018, con i suoi 43 morti, è una tragedia che ha segnato il Paese, ma gran parte delle grandi strutture di cemento armato costruite fra gli anni Sessanta e Settanta sono a rischio. Il perché lo spiega in un’intervista Anselm Jappe, filosofo tedesco che insegna all’Accademia di belle arti a Roma, che ha appena pubblicato il libro Cemento, arma di costruzione di massa (Eleuthera). Con gli sbalzi termici, spiega, il cemento si crepa e l’umidità si infiltra fino all’anima di acciaio, provocandone la corrosione. Dopo una trentina d’anni, queste strutture pensate per essere eterne o quasi si deteriorano. Certo, non è detto che crollino, per fortuna, ma richiedono interventi di manutenzione sempre più costosi e complicati.

Una strada irta di ostacoli è anche la Nuova via della Seta, il megaprogetto globale cinese che l’Italia pare aver abbandonato proprio in questi giorni. Davide Cancarini, esperto di Asia, ne fa un bilancio a dieci anni dal lancio, evidenziando come molti entusiasti aderenti della prima ora siano adesso strangolati dai debiti. A cominciare dal Pakistan (ex?) partner privilegiato di Pechino. Dove fra l’altro i lavoratori impegnati nella grandi opere foraggiate dalla Cina sono oggetto di attentati e attacchi da parte di locali formazioni separatiste.

Comunque sia Natale è sempre Natale: un grande critico gastronomico come Allan Bay smonta tutto quello che noi riteniamo “tradizione” e ci invita a osare a tavola, anche il 24 e 25 dicembre. Persino con le controverse frattaglie, oggetto del suo ultimo, gustoso libro. Frattaglie, appunto, pubblicato da Giunti.

Infine, il classico di fine anno di FQ MillenniuM: l’elenco, compilato con piglio enciclopedico da Roberto Casalini, degli anniversari di cui si parlerà nel 2024. Ce n’è per tutti, da Enrico Berlinguer a Mike Bongiorno, da Kant a Lenin, da Lauren Bacall a Robin Williams. Per arrivare puntuali, almeno sulla memoria.

Leggi le inchieste e gli approfondimenti su FQ MillenniuM, in edicola da sabato 9 dicembre

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