“Indagine su Crosetto”. Una lite pubblica per un titolo, destinata a finire in tribunale. Come se ne vedono (purtroppo) tante tra esponenti di governi e giornalisti. Se non fosse che questa volta è tutta interna all’area di centrodestra. Perché si scontrano un ministro del governo (Guido Crosetto) e un quotidiano, Il Giornale, di certo non ostile nei confronti di Giorgia Meloni e dei suoi. Il casus belli è l’incontro avvenuto mercoledì tra il ministro della Difesa e il procuratore di Roma in relazione alle dichiarazioni fatte da Crosetto in un’intervista al Corriere della Sera sui rapporti tra magistratura e governo.

Su quelle parole è stato aperto un fascicolo iscritto a modello 45, cioè senza indagati né ipotesi di reato. Nel colloquio con il giornale milanese, il ministro aveva lanciato un’accusa circostanziata: “A me raccontano di riunioni di una corrente della magistratura in cui si parla dicome fare a ‘fermare la deriva antidemocratica a cui ci porta la Meloni’. Siccome ne abbiamo visto fare di tutti i colori in passato, se conosco bene questo Paese mi aspetto che si apra presto questa stagione”. Da qui erano partiti gli accertamenti di piazzale Clodio che ha convocato Crosetto. Tutti i giornali hanno dato conto dell’incontro, durato circa un’ora e mezza.

Il Giornale ha deciso di aprire l’edizione odierna del quotidiano. “Indagine su Crosetto”, il titolo. Così di buon mattino, il titolare della Difesa firma una nota di fuoco: “Oggi quasi tutti i quotidiani danno dell’incontro una rappresentazione corretta. Il Giornale invece inventa di sana pianta un titolo gravemente diffamatorio, totalmente falso costruito evidentemente con il solo intento di infangare. Un atto gravissimo per il quale ho dato immediatamente mandato di denunciare in ogni sede possibile”. Ad avviso del ministro, “la cosa più grave” è che “non si può trattare di un errore perché a tutti è stato chiaro che si trattava di un colloquio per chiarire i concetti da me espressi anche nelle sedi istituzionali”. Il titolo e l’articolo de Il Giornale, aggiunge, “rivelano invece la chiara volontà di mistificare la realtà e trasmettere un messaggio, lo ripeto, tanto diffamatorio quanto falso, inaccettabile. Non posso ora esimermi dal capirne la ratio e soprattutto i mandanti”.

Alessandro Sallusti, direttore del quotidiano, non incassa. Anzi, rilancia: “Mi sembra che il ministro sia molto nervoso e quando uno è nervoso perde la lucidità”. L’articolo – aggiunge – “è perfetto” e il titolo “è una sintesi come tutti i titoli lo sono, l’inchiesta è sulle parole di Crosetto, non su Crosetto”. L’inchiesta, dice ancora il direttore de Il Giornale, è “sul tema sollevato da Crosetto e credo che questo lo capisca anche uno stupido”. Pronto ad aspettare la querela, Sallusti si chiede “come mai non abbia querelato anche il Corriere della Sera che lui sostiene aver fatto un titolo, una sintesi eccessiva del suo pensiero”. “Evidentemente – ha detto ancora – ha qualche timore a querelare il Corriere della Sera e pensa di avere gioco facile a querelare giornali che gli sono sempre stati vicini nella sua azione”. Riguardo alle affermazioni di Crosetto che intende capire la ratio e “soprattutto i mandanti” del titolo ritenuto diffamatorio, Sallusti conclude: “Questo fa parte del nervosismo che lo rende poco lucido. Io non so quali sono i mandanti di Crosetto, so che io non ho mandanti”.

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