Per Guido Crosetto “l’unico pericolo” per la tenuta del governo di Giorgia Meloni “è l’opposizione giudiziaria“. Il ministro della Difesa usa il vocabolario in voga ai tempi di Silvio Berlusconi quando accusa la magistratura di manovrare contro l’esecutivo, citando anche alcune presunte riunioni organizzate da una corrente specifica di toghe per tramare contro la sua maggioranza. Parole pronunciate alla fine di un’intervista sul Corriere della sera sulla politica estera e sul Pnrr, che hanno provocato ovviamente una infuocata polemica. A Crosetto, infatti, hanno replicato sia rappresentanti del sindacato della magistratura, che lo hanno accusato di riferire vicende senza alcun fondamento, che esponenti dell’opposizione, secondo i quali il ministro vuole lanciare minacce velate al mondo delle toghe. Ma andiamo con ordine.

L’intervista del ministro – Nell’intervista al Corriere Crosetto è riuscito a ribadire la sua difesa per il collega Francesco Lollobrigida e la decisione di far fare una fermata “personalizzata” al Frecciarossa in ritardo (“Polemiche surreali, non è un privilegio”). Alla fine del colloquio l’intervistatore ha chiesto all’esponente di Fdi se il più grande problema per la tenuta del governo siano i tempi di realizzazione degli appalti del Pnrr. “L’unico grande pericolo” per la continuità dell’esecutivo, ha detto il ministro, “è quello di chi si sente fazione antagonista da sempre e che ha sempre affossato i governi di centrodestra: l’opposizione giudiziaria”. Che intende Crosetto? “A me – ha spiegato – raccontano di riunioni di una corrente della magistratura in cui si parla di come fare a ‘fermare la deriva antidemocratica a cui ci porta la Meloni’. Siccome ne abbiamo visto fare di tutti i colori in passato, se conosco bene questo Paese mi aspetto che si apra presto questa stagione, prima delle Europee…”.

La replica dell’Anm: “Parole del ministro senza fondamento”- Dichiarazioni andate in stampa nello stesso giorno in cui l’Associazione nazionale magistrati, cioè il sindacato delle toghe, riunisce i suoi iscritti a Roma. Ed è proprio dall’assemblea in corso nelle stanze della Cassazione che Giuseppe Santalucia, presidente dell’Anm, definisce quella di Crosetto sulle riunioni di magistrati contro il governo come “una fake news“, che “non ha alcun fondamento” e “fa male alle istituzioni”. “La gente che legge i giornali – ha detto il numero uno del sindacato delle toghe – apprende da una voce autorevolissima, un ministro, che esiste un gruppo di magistrati che fa ciò che fanno, più o meno legittimamente, i partiti politici nello scontro di potere per la conquista del governo del Paese è una cosa che fa male alle istituzioni, fa male a tutti noi. Una cosa che coinvolge in prima battuta i magistrati, ma, e qui sta la miopia non si comprende che questo è un attacco, una rappresentazione malevola dell’impianto istituzionale del Paese, e quindi è l’intero Paese a esserne in qualche modo coinvolto”. Santalucia è un esponente di Area, la corrente progressista interna alla magistratura. Crosetto non l’ha citata direttamente ma è probabile che si riferisse a questa sigla (o a Magistratura democratica) quando parlava di queste famigerate riunioni anti Meloni. E infatti al ministro replica Ciccio Zaccaro, segretario di Area: “Vorrei rassicurare il ministro Crosetto: le associazioni dei magistrati non fanno riunioni clandestine, non siamo carbonari. Le associazioni dei magistrati non tifano per un governo, partecipano al dibattito pubblico sui diritti, non delegittimano le altre istituzioni repubblicano come ha fatto il ministro Crosetto”.

L’assemblea delle toghe – Già durante il suo intervento in assemblea Santalucia aveva replicato alla prima accusa di Crosetto alla magistratura, etichettata come “opposizione giudiziaria”: “È fuorviante la rappresentazione di una magistratura che rema contro e che possa farsi opposizione politico-partitica – sono le parole di Santalucia Tutto questo nasce da un profondo equivoco e da una pretesa, del tutto sbagliata, per cui delle questioni politiche debba occuparsi solo il ceto politico, la parola politica diventa fagocitante, tutto diventa politica non in un senso di inclusione ma per escludere, per impedire a chi non fa parte del ceto politico in senso stretto di potere parlare. Questo è un altro equivoco che si sta diffondendo”. Il numeno uno dell’Anm ha proseguito: “Il mio timore è che non si tratti di fiammate episodiche ma che ci sia la possibilità di leggere in tutto questo una linea di continuità che ci mette in grande difficoltà perché poi veniamo immessi in questa contrapposizione di parte perché abbiamo osato parlare di politica come una controparte partitica, espungendo la nostra cifra, che l’argomento, la motivazione che consegnamo a un provvedimento, a una decisione”. Quindi Santalucia ha sottolineato: “La magistratura non è forza di contrapposizione politica ma esercita il suo mandato nell’interesse della comunità, tutela i diritti e non risponde a logiche governative“. E a proposito di riunioni di corrente anche Magistratura democratica ha voluto replicare con al ministro con l’intervento del segretario Stefano Musolino, secondo il quale quello di Crosetto “sembra un monito affinché la magistratura si conformi agli scopi del Governo. Una magistratura performativa, di scopo, strumentale agli obiettivi di un decisore unico, che è lontanissima dalla sua funzione istituzionale”. Noi “siamo, invece, una magistratura a tutela dei diritti di tutti i cittadini e indifferente agli scopi delle maggioranze di governo contingenti”.

La controreplica del ministro: “Nessuna minaccia” – Gli attacchi e le critiche, però, non cambiano di una virgola la posizione del ministro. “Mi stupisco dello stupore suscitato dalla mia intervista al Corriere della Sera di oggi. Leggo commenti indignati di alcuni magistrati, come il presidente dell’Anm Santalucia, che dice che loro non fanno opposizione politica, o dell’opposizione che sostiene che minaccio i giudici. Curioso e surreale”, è la controreplica di Crosetto. “Intanto – prosegue l’esponente di Fdi – perché tutto ho fatto tranne che minacciare o delegittimare qualcuno. Ma poi, davvero, dopo i casi Tortora, Mannino, Mori e la storia di centinaia di persone dal 94 ad oggi, si può nascondere come si è comportata, nella storia italiana, una parte (non certo tutta, ripeto) della magistratura? Penso proprio di no”. Per dare sostanza alle sue affermazioni, dunque, Crosetto sceglie di citare l’ex ministro della Dc Calogero Mannino e l’ex generale del Ros Mario Mori al fianco di Enzo Tortora. Senza entrare nella singola storia giudiziaria degli esempi fatti dal ministro (imputati in vicende molto diverse), va sottolineato come nessuno dei casi citati rappresenta quello di un presidente del consiglio (o anche un leader della maggioranza di governo) caduto a causa di un’inchiesta giudiziaria. “Intendo solo difendere le istituzioni cercando la verità. E lo dico proprio nell’interesse della magistratura e di un idea di Giustizia in cui credo fermamente. E veramente dopo quanto ha raccontato (e mai smentito) Palamara, qualcuno si stupisce di un mio passaggio, peraltro incidentale, in una lunga intervista che verteva su altro?”, prosegue Crosetto nella sua nota. “Ho fatto quel passaggio non superficialmente, non a cuor leggero, con l’amarezza di chi crede nelle istituzioni ed ha fiducia nella stragrande maggioranza della magistratura e che quindi si sente indignato qualora fosse vero quanto gli è stato riferito – continua il ministro – Tra l’altro, mi sono premurato anche di comunicare anche ad altri le notizie che mi erano state riferite (da persone credibili) e che ritenevo gravi, ove e se confermate. Ho visto che alcuni parlamentari, come Della Vedova, mi invitano anche a riferire in Parlamento. Lo farò con estremo piacere, se sarà possibile farlo in commissione Antimafia o Copasir, per la necessità di riservatezza e di verifica delle notizie che ho ricevuto”.

Il precedente: “Contro Meloni si muoverà la magistratura” – Già nel giugno scorso il ministro aveva parlato di presunte manovre della magistratura contro il governo. Durante un’intervista a La Stampa aveva inviato un consiglio alla premier Meloni: “Urla troppo, sbaglia i toni ma non i temi”. Poi l’aveva messa in guardia dal “metodo” di distruzione dell’avversario “con il quale si vincono le elezioni” e che “costringe la politica a non migliorarsi”. Un metodo, sottolineava Crosetto, “già visto in passato con Berlusconi e Renzi“. Adesso “neutralizzato Salvini, tocca al prossimo”, proseguiva il ministro riferendosi all’inquilina di Palazzo Chigi: “Prima si parte con le accuse di fascismo e o di conflitto di interesse. E poi parte la magistratura“, era stata la sua profezia, con un altro riferimento alle Europee del 2024- “Da adesso fino alle elezioni del prossimo anno vedremo questo mantra“, aveva assicurato il ministro. Sei mesi dopo è tornato sullo stesso tema, accusando di nuovo le toghe di manovrare contro l’esecutivo.

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