Roma, 15 ott. (Adnkronos) - "L'accordo con l'Italia sui migranti garantirà un meccanismo sicuro e conforme alle procedure. In una parola umanitario". Lo dice in un'intervista alla Stampa il premier albanese Edi Rama, alla vigilia dell'arrivo, domani, della prima nave di richiedenti asilo al porto di Shëngjin, sulle coste albanesi. "Sono esseri umani che devono essere accolti, registrati e sistemati in centri d'accoglienza costruiti secondo gli standard Ue, per poi passare l'iter procedurale della richiesta d'asilo in Italia in condizioni sicure e corrette dal punto di vista umanitario. Tutto un lavoro che sarà svolto dalle autorità italiane", spiega il primo ministro.
"La parte albanese non ha alcun obbligo di verificare se le strutture d'accoglienza siano pronte o meno - dice Rama parlando anche con il Corriere della Sera - perché l’accordo prevede che tutto, dalla costruzione alla gestione dei centri e dell’intero processo di arrivo, fino a sistemazione, registrazione ed elaborazione delle domande dei migranti, sia di competenza della parte italiana".
"Non siamo coinvolti nella fattibilità di questa operazione che, ripeto, è sulle spalle dello Stato italiano", precisa Rama al giornale di Torino. In caso di eventuali epidemie o altre emergenze, il governo di Tirana sarebbe costretto ad attivare servizi albanesi, come polizia locale, ospedali, vigili del fuoco, "ma non sarebbe neanche una novità questa cooperazione, perché collaboriamo da tanti anni con l'Italia a tanti livelli che riguardano la sicurezza, la lotta contro i traffici e la criminalità, la giustizia. Inoltre - aggiunge - sono contentissimo dell'attenzione di Giorgia Meloni verso tutti gli impegni presi tra i nostri due governi. Ci è successo anche di collaborare nel nostro territorio, quando ci sono state situazioni di crisi gravissime, negli anni Novanta, oppure ultimamente quando i vostri vigili del fuoco furono i primi ad arrivare dopo il tremendo terremoto dell'inverno di cinque anni fa, per salvare vite albanesi, rischiando le loro".
Nell'intervista Rama afferma di non sapere se il modello italo-albanese possa funzionare anche altrove, in Europa: "Non vedo un'altra relazione di vicinanza e amicizia tra un Paese membro Ue e un Paese candidato, come tra Albania e Italia, che sono come una coppia di fatto". E sull'ipotesi che l'accettazione dei centri per migranti potrebbe essere una delle condizioni per entrare nell'Ue, risponde che "non c'entra questo. Chi lega questa storia di cooperazione tra Italia e Albania al percorso della nostra adesione all'Ue non conosce il processo d'adesione. È un processo di riforme e misure, per adottare un sistema legislativo e costruire un intero assetto istituzionale all'interno del corpus legislativo dell'Unione europea, conosciuto come 'acquis comunitario'. E l'Ue semplicemente non può fare né regali né ricatti di questa natura per facilitare o impedire l'adesione a uno Stato candidato".
Parlando infine della perplessità diffusa sul rispetto dei diritti umani, il premier albanese dichiara al Corsera che "non mi risulta che l’Italia sia tra i Paesi con problemi nella comprensione e protezione dei diritti umani, e d’altra parte l’ho detto cento volte: questo dibattito non esisterebbe nemmeno se questi due centri fossero aperti in uno Stato Ue, mentre molti dimenticano che, in ogni caso, i Balcani occidentali sono circondati dai confini dell’Unione".