“Più della metà delle violenze familiari in Sicilia riguarda donne over 65”, è questo il grido d’allarme lanciato da Spi Cgil Sicilia, il sindacato pensionati della Cgil che ha la possibilità di intercettare le siciliane più anziane. E dal loro osservatorio non ci sono dubbi: “La stragrande maggioranza non solo non denuncia ma non ne parla neanche con un’amica, una parente: con nessuno. Stiamo parlando di un sommerso allarmante”, raccontano Concetta Raia e Maria Concetta Balistreri. Una fotografia quella fatta da Spi Cgil Sicilia che si affianca a uno studio in cui i dati regionali sono apparsi più allarmanti che nel resto del Paese. Così, oltre l’osservatorio del sindacato, anche dallo studio, emerge come il “senso del possesso dell’uomo sulla donna è più preponderante in Sicilia rispetto ad altre regioni d’Italia”, così sintetizza Davide Dazzi, autore del focus tutto siciliano sulla violenza di genere nella popolazione anziana. Dazzi, ricercatore di Ires (Istituto di studi e ricerche economiche e sociali), assieme alla collega Assunta Ingenito, ha condotto lo studio su un campione di 8000 persone in tutta Italia, questa la ricerca “madre” che ha poi prodotto un focus nell’Isola, dove sono state intervistate 553 persone, di cui il 92,8 per cento erano donne: “In media in tutto il Paese, il 30 per cento della popolazione femminile da noi intervistata preferisce non parlare di violenza di genere. In Sicilia la percentuale cresce fino al 50 per cento”, sottolinea ancora Dazzi. “Registriamo ancora oggi una difficoltà alla denuncia, all’emersione dovuta probabilmente dalla percezione di vivere un presente non destrutturabile e un futuro di libertà impossibile”, sottolinea Raia, della segreteria siciliana di Spi Cgil che ha coordinato la presentazione del focus dello studio di Ires sull’Isola.

Questionari online, perlopiù, ma anche in versione cartacea, ai quali hanno risposto il 65,8 per cento al Nord, il 18,7 nel Sud e nelle Isole e al Centro il 15,5 per cento, di questi, il 79,1 per cento è pensionato. La ricerca di Ires è stata presentata lo scorso maggio, mentre lo scorso 16 novembre è stato presentato da Spi Cgil regionale il focus sulla Sicilia, che svela alcune differenze. Nell’Isola, per esempio, sono maggiori le percentuali di donne che dicono di aver subito offese e critiche, come essere “insultata o presa a male parole in un modo da farla stare male”, si legge nello studio: il 28,2 per cento in Sicilia, il 24,4 nel resto d’Italia. Alla voce “arrabbiarsi se lei parla con un altro uomo”, il 19,2 per cento delle donne nel resto d’Italia risponde di avere subito questo comportamento, mentre la percentuale sale al 34,7 in Sicilia. E ancora, alla voce “impedirle o cercare di impedirle di studiare/fare altre attività fuori casa”, sono il 17,9 per cento le donne nel resto d’Italia che hanno risposto di averlo subito, mentre sono il 27,8 per cento in Sicilia, quasi il dieci per cento in più. Dicono di essere state criticate “per il suo aspetto, per come si veste o si pettina” il 19,7 per cento di donne in tutto il Paese, mentre in Sicilia la percentuale sale al 27,3. I numeri si sfiorano invece, quando si arriva alla voce “minacce e aggressione sessuali”, qui la percentuale è del 32,4 nelle altre regioni, contro il 33,2 nell’Isola. A rispondere alle domande anche gli uomini che dovevano riconoscere o meno di aver avuto comportamenti specifici. “Arrabbiarsi se parla con un altro uomo” in Sicilia il 12,5 per cento degli uomini che hanno risposto al questionario (il 7,2 per cento su un campione di 553 intervistati) ammette di averlo fatto, mentre nel resto d’Italia la percentuale si abbassa al 4,8 (il 22,9 per cento su un campione di 8 mila). “Mettere costantemente in dubbio la sua fedeltà”? A dire di averlo fatto è in Sicilia il 10,3 per cento degli uomini che hanno compilato il questionario, mentre il 7,6 dice di averlo fatto nel resto del Paese. E mentre nelle altre Regioni il 4,0 per cento ammette di avere colpito fisicamente una donna, nessun uomo in Sicilia, tra chi ha compilato il questionario in forma del tutto anonima, dichiara di averlo mai fatto. Eppure, il 33,2 delle donne intervistate nell’Isola dichiara di avere subito molestie fisiche sessuali e il 27,3 per cento risponde di essere stata minacciata di violenza fisica. “Lo scarto maggiore tra chi subisce e chi commette comportamenti violenti si rintraccia per comportamenti persecutori e per pressioni psicologiche, ma gli uomini del campione dichiarano di non avere mai agito alcuna forma di violenza fisica o sessuale”, scrivono, infatti, i ricercatori.

“C’è una maggiore difficoltà negli uomini siciliani a cogliere il lato violento del loro agire”, commenta Maria Concetta Balistreri, segretaria regionale di Spi-Cgil. Percentuale del tutto invertite, invece, quando c’è da segnalare la necessità di “favorire l’emancipazione economica e sociale delle donne”, come azione da intraprendere per “aiutare le donne che vivono situazioni di violenza”: ad indicare questa come soluzione è il 62,1 per cento degli uomini in Sicilia e solo il 54,1 per cento delle donne. E sono ancora di più gli uomini a sostenere “iniziative di sensibilizzazione/manifestazioni aperte al pubblico sui temi della violenza di genere” tra le azioni per aiutare le donne: sono il 31 per cento ad annoverarle tra le soluzioni, mentre le donne sono soltanto il 18,8. Gap minore nel resto d’Italia (il 17,9 degli uomini contro il 14,6 delle donne), ma molto più marcata come differenza è quella con uomini e donne delle altre regioni riguardo alla necessità per la donna di emancipazione economica e sociale: è stato il 61 per cento delle donne ad indicarla contro il 55,1 dei maschi. Ma ci sono altre risposte significative che segnano un gap tra la Sicilia e il resto del Paese: secondo il 36 per cento degli intervistati nell’Isola “gli uomini sono meno adatti ad occuparsi delle faccende domestiche, mentre nel resto d’Italia sono solo il 15 per cento a pensarla così e quel che colpisce è che nell’Isola sono soprattutto le donne ad esserne convinte: il 36,6 di donne contro il 25 per cento di uomini. Nel resto d’Italia solo il 15 per cento è, invece, convinto che le faccende domestiche siano roba da femmine, di questo sono donne il 14,7 per cento contro il 16,5 per cento di maschi. E chi deve provvedere economicamente alla famiglia? “Soprattutto gli uomini” per il 18 per cento dei siciliani – e qui maschi e femmine sono praticamente concordi: il 17,8 le ultime e il 17, 9 i primi – mentre la percentuale si abbassa al 10 sul resto del Paese. Infine “sorprende come ancora il 3-4% delle donne siciliane reputi “normale” – scrivono i ricercatori – che un uomo controlli abitualmente cellulare e social network e che nella vita di coppia ci scappi uno schiaffo”. Una percentuale bassa ma che rivela un dato culturale ancora molto resistente.

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