Fresco di assoluzione decisa dalla Cassazione nel processo “Miramare” e già rinviato a giudizio nel secondo filone dello stesso processo per la mancata costituzione di parte civile del Comune, il sindaco di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà (Pd) rischia altri guai giudiziari. Il reato è sempre lo stesso, abuso d’ufficio, ma questa volta il nome di Falcomatà ha fatto capolino nell’inchiesta sui brogli che, secondo la Procura di Reggio Calabria, hanno caratterizzato le amministrative del 2020.

Brogli per i quali, nei mesi successivi alla tornata elettorale, è finito ai domiciliari il consigliere comunale Antonino Castorina (Pd), rinviato a giudizio lo scorso ottobre perché coinvolto nell’inchiesta della Digos assieme al suo entourage, a diversi presidenti di seggio e scrutatori. Lo stesso Castorina, rientrato nel frattempo in consiglio comunale, al termine dell’udienza preliminare è stato prosciolto da alcuni capi d’imputazione come quello di essere promotore di un’associazione a delinquere.

Dalle indagini era emerso che alle elezioni amministrative del Comune capoluogo di provincia un centinaio di anziani risultava aver votato anche se in realtà non si erano mai recati al seggio. In alcuni casi si trattava di persone decedute. Per la Procura, diretta da Giovanni Bombardieri, i brogli sarebbero stati messi in atto grazie ai duplicati delle tessere elettorali ritirati negli uffici comunali anche dallo stesso Castorina. Mandando a processo quest’ultimo su richiesta del procuratore aggiunto Stefano Musolino e del pm Nunzio De Salvo, il gup Vincenzo Quaranta ha motivato il proscioglimento (con la formula “per non aver commesso il fatto”) dell’ex presidente del Consiglio comunale Demetrio Delfino, difeso dall’avvocato Massimo Canale.

Delfino, oggi assessore al Welfare, era imputato di abuso d’ufficio in relazione all’autonomina di Castorina a componente della commissione elettorale dopo che, dalla stessa, si era dimesso il consigliere comunale Vincenzo Marra. Per Delfino, che si è fatto anche interrogare in aula, al termine delle udienze preliminari il gup non ha dubbi: “È emersa la sua estraneità alle dinamiche che di fatto hanno consentito al Castorina di assumere la veste di componente della commissione ed anche di presidente”. Il tutto con buona pace della procedura che prevedeva l’insediamento in commissione elettorale dei “componenti supplenti, legittimamente nominati/eletti dal consiglio comunale”.

E qui che, secondo il giudice per le udienze preliminari, entrerebbe in gioco Falcomatà: “L’assunzione di fatto da parte del Castorina della veste di componente della commissione elettorale è stata diretta conseguenza dell’inerzia del responsabile dell’Ufficio elettorale ed in particolar modo del sindaco. Una inerzia che appare del tutto volontaria e si inserisce in precise e condivise dinamiche illecite”.

Quanto alla posizione del sindaco, “non può non rilevarsi – si legge nel provvedimento con cui sono stati trasmessi gli atti in Procura – che proprio nella sua veste di componente di diritto della commissione, che svolge delicate funzioni istituzionali per il corretto funzionamento delle competizioni elettorali, doveva attivarsi in relazione all’esigenza di garantire che la commissione continuasse ad operare con la partecipazione dei componenti supplenti”.

Per dimostrare “come vi sia stata una volontaria inerzia da parte del sindaco in un’ottica diretta a far assumere illegittimamente, anzi illecitamente, al Castorina la veste di componente della commissione elettorale anche con funzioni presidenziali”, il gup Quaranta scrive che “l’aspetto di maggiore valenza probatoria è rappresentato dalla circostanza per la quale, allorquando la commissione risultava composta dai membri legittimamente nominati, il sindaco in carica aveva provveduto a formalizzare la delega per le funzioni presidenziali, delegando il vicesindaco, formalizzazione che invece manca nei casi in cui il Castorina ha assunto anche al funzione di presidente della commissione”.

Circostanza questa che, “con particolare riferimento alle attività funzionali allo svolgimento delle elezioni ammnistrative 2020”, secondo il giudice “non si può affatto ipotizzare che il sindaco non sapesse. “Appare del tutto evidente – è scritto nella sentenza con cui vengono trasmessi gli atti in Procura – come vi sia stato un preciso disegno, illecito, da parte del Castorina finalizzato ad assumere illecitamente la veste di componente della commissione le funzioni presidenziali, disegno che ha visto necessariamente il coinvolgimento, concorso, del sindaco e del responsabile dell’Ufficio elettorale. È stata l’inerzia di tali organi, il primo politico e il secondo tecnico, a far sì che il Castorina realizzasse l’illecito disegno”.

Il consigliere comunale del Pd Antonino Castorina, secondo il giudice Quaranta, “ha avuto il totale controllo della attività dell’Ufficio elettorale, asservendolo alle sue esigenze”. Ecco perché quelli posti in essere dal sindaco Falcomatà e dal responsabile dell’Ufficio elettorale Antonio Covani sono “comportamenti che assumono rilevanza nella prospettiva sanzionatoria segnata dall’abuso d’ufficio poiché si pongono in netto contrasto con le disposizioni di legge che disciplinano la costituzione e il funzionamento della commissione, che non lasciano ambiti di discrezionalità”.

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

Egregio Direttore,

Illustre Redazione,

Cortese dott. Lucio Musolino

La legge sulla stampa (l. 47/48), all’articolo 8, prevede l’obbligo per la testata giornalistica di pubblicare “la rettifica dei soggetti di cui siano state pubblicate immagini od ai quali siano stati attribuiti atti o pensieri o affermazioni da essi ritenuti lesivi della loro dignità o contrari a verità”.

Ciò premesso devo segnalare alla vostra cortese attenzione l’articolo pubblicato in data 29 novembre 2023. In predetto articolo vi è una parte che mi riguarda che tuttavia non risulta veritiera che riporto integralmente ed ovvero: Brogli per i quali, nei mesi successivi alla tornata elettorale, è stato arrestato il consigliere comunale Antonino Castorina (Pd), rinviato a giudizio lo scorso ottobre perché coinvolto nell’inchiesta della Digos assieme al suo entourage, a diversi presidenti di seggio e scrutatori.

Effettivamente se è vero che sono stato sottoposto ad una misura cautelare coercitiva tale essa è stata quella degli ” arresti domiciliari” e non certo il carcere come si fa intendere da predetto articolo. Misura che poi è stata revocata direttamente su istanza della stessa procura. Altro elemento di cui non si fa menzione è il fatto che sebbene sono stato rinviato a giudizio per alcune contestazioni sono stato prosciolto direttamente all’udienza preliminare da abuso d’ufficio e dall’accusa di essere il “promotore, organizzatore e capo indiscusso” di un’associazione per delinquere finalizzata a “commettere più delitti in materia elettorale”.

Ciò premesso quindi la corretta ricostruzione dei fatti sarebbe la seguente : Brogli per i quali, nei mesi successivi alla tornata elettorale, è stato sottoposto agli arresti domiciliari il consigliere comunale Antonino Castorina (Pd) poi rientrato nelle sue funzioni istituzionali anche se rinviato a giudizio lo scorso ottobre perché coinvolto nell’inchiesta della Digos assieme al suo entourage, a diversi presidenti di seggio e scrutatori sebbene il Gip procedente lo ha prosciolto direttamente all’udienza preliminare da abuso d’ufficio e dall’accusa di essere il “promotore, organizzatore e capo indiscusso” di un’associazione per delinquere finalizzata a “commettere più delitti in materia elettorale”.

Sulla misura cautelare che mi ha coinvolto non faccio riferimento neanche al provvedimento del riesame che la ha annulata ma ad onore del vero e di verità questo è quanto successo per lo meno processualmente.

Vi chiedo pertanto cortesemente la rettifica di quanto scritto per la corretta ricostruzione dei fatti per come giusto diritto di cronaca.

Cordialmente.

Avv. Antonino Castorina

Prendiamo atto della precisazione ricevuta dal consigliere Castorina. Nel testo dell’articolo tuttavia non abbiamo mai scritto né lasciato intendere che Castorina fosse stato sottoposto alla misura cautelare del carcere. Ribadiamo, pertanto, il contenuto dell’articolo all’interno del quale, per completezza di informazione, abbiamo già inserito alcune precisazioni.

Per quanto riguarda la posizione processuale del consigliere comunale, infatti, la stessa è nota da tempo tant’è vero che la revoca della misura cautelare, l’esito dell’udienza preliminare e il fatto che Castorina sia già rientrato in Consiglio non sono oggetto dell’articolo che, invece, verte sulle motivazioni della sentenza emessa dal gup Vincenzo Quaranta lo scorso ottobre.

lu.mu.

*Aggiornato da redazione web il 30 novembre 2023 alle ore 11

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