Dal gas naturale liquefatto in Mozambico, Canada e Australia, alla lavorazione di petrolio e gas in Brasile. È da mesi che si discute del potenziale conflitto di interessi che c’è dietro la Cop 28 di Dubai, presieduta da Sultan Al Jaber che, oltre ad essere inviato per il clima degli Emirati Arabi Uniti e ministro dell’Industria, è anche amministratore delegato della Abu Dhabi National Oil Company (Adnoc), azienda petrolifera statale e di quella di energie rinnovabili, Masdar. Solo che ora ci sono 150 pagine di documenti riservati, preparati dal comitato organizzatore della Cop 28, al centro di un’inchiesta di giornalisti indipendenti presso il Center for Climate Reporting che lavorano con la Bbc.

Sono documenti scritti per Al Jaber e per incontri già pianificati tra luglio e ottobre 2023, con almeno 27 governi, proprio nell’ambito della Cop 28. Riunioni a porte chiuse a cui, però, non si sarebbe parlato di clima e di target ambiziosi (o, almeno, non solo di quello), ma anche di trattative commerciali, con diversi ‘punti di discussione’ proposti nei documenti e relativi ai combustibili fossili. Per almeno 24 Paesi, i documenti contengono punti di discussione elaborati proprio dalle compagnie di Al Jaber, Adnoc e Masdar. Cosa sia davvero accaduto durante quelle riunioni e se queste si siano effettivamente tenute non è dato saperlo. Dodici i governi che negano di aver discusso di attività commerciali durante gli incontri oppure affermano che l’incontro non ha avuto luogo, anche se i documenti ne indicano la pianificazione.

Gli interessi oltre la Cop 28 – Secondo quanto scrive Justin Rowlatt su Bbc News, sarebbero stati una quindicina i governi da incontrare e a cui, nei documenti preparati per Al Jaber si suggerisce di mostrare disponibilità a lavorare insieme nello sviluppo di progetti nel settore oil&gas. Secondo gli autori dell’inchiesta era programmato avvenisse con la Cina, per valutare le opportunità sul fronte del gas naturale liquefatto (Gnl) in Mozambico, Canada e Australia. Ma anche con la Colombia: in uno dei documenti, secondo l’inchiesta, si suggerisce di garantire la disponibilità della Abu Dhabi National Oil Company nello sviluppo delle risorse di combustibili fossili del paese sudamericano. Stando agli elementi raccolti, ad altri 13 paesi, tra cui Germania (“Siamo pronti per continuare a garantire le nostre forniture di Gnl”) ed Egitto, si sarebbe mostrata la volontà di Adnoc di lavorare insieme per sviluppare progetti sui combustibili fossili.

Tra i punti di discussione preparati direttamente da Adnoc, per esempio, ci sarebbe la richiesta di aiuto da rivolgere al ministro dell’Ambiente del Brasile. Obiettivo: garantire allineamento e approvazione per l’offerta di Adnoc per la Braskem, la più grande compagnia oil&gas dell’America Latina. In effetti, l’azienda di Al Jaber ha recentemente offerto oltre 2 miliardi di dollari per acquistare una quota importante della compagnia. Nei documenti si sarebbe suggerito di discutere di opportunità commerciali anche per la società statale di energia rinnovabile, Masdar, in vista degli incontri con 20 paesi, tra cui Regno Unito, Stati Uniti, Francia, Germania, Paesi Bassi, Brasile, Cina, Arabia Saudita, Egitto e Kenia.

La replica dal comitato organizzatore – Nessuna conferma dal Regno Unito, anche se i documenti trapelati mostrano che al presidente della Cop 28 era stato indicato di “cercare il sostegno del governo” per più che raddoppiare le dimensioni di un parco eolico al largo della costa di Sheringham, nel Norfolk, in cui Masdar ha una partecipazione. Il comitato organizzatore della Cop 28 non ha smentito che nelle riunioni preparatorie siano state condotte trattative commerciali, pur definendo i documenti ‘inesatti’ e affermando che non siano stati utilizzati nel corso degli incontri. Gli autori dell’inchiesta, però, ne rivendicano l’autenticità e spiegano che sono stati “ottenuti da un informatore che ha chiesto di restare anonimo per evitare rappresaglie”. “Il fatto che il dottor Sultan al-Jaber ricopra una serie di incarichi oltre al suo ruolo di presidente designato della Cop 28 è di dominio pubblico ed è qualcosa su cui siamo stati trasparenti fin dall’inizio” ha dichiarato il comitato organizzatore della Conferenza delle Parti sul clima, sostenendo che Al Jaber “è particolarmente concentrato sull’attività della Cop 28 e sul raggiungimento di risultati climatici ambiziosi”. La prova del nove, ormai, è vicina.

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