“Prima ti ignorano. Poi ti deridono. Poi ti combattono. Poi vinci.”

Lo diceva una delle più grandi anime che abbiano mai abitato questo pianeta, il Mahatma Gandhi. Credo che calzi a pannello per il Trattato di Non-Proliferazione delle fonti fossili, il Fossil fuel Treaty. Che mette le fossili nel mirino perché è arcinoto che l’utilizzo di combustibili fossili è la causa principale del “global boiling” e del “collasso climatico” che ci sta travolgendo. La crisi climatica, cioè, è una crisi da fonti fossili. Perciò se non le consegniamo alla storia il prima possibile, non c’è scampo e gli impatti della crisi climatica saranno sempre più catastrofici. La scienza ci ha avvisati da un pezzo, ma c’è chi non sente e soprattutto chi non vuol sentire. Chissà fino a quando pensa di poterlo fare, chissà su quale pianeta pensa di vivere…

Che cos’è il Fossil fuel Treaty? È un’iniziativa per consegnare appunto le fossili alla storia asap. È nata tre anni fa per completare e rafforzare l’Accordo di Parigi – dove, udite udite, la parola “fossili” con c’è, spell-check-are il testo per credere – raggiunto alla COP21 nel 2015 per la riduzione delle emissioni di gas serra nella prospettiva della lotta alla crisi climatica. È modellato sul Trattato di non-proliferazione nucleare. Tre i suoi pilastri: 1) non-proliferazione delle fonti fossili; 2) progressiva eliminazione delle riserve e dell’estrazione di nuovi combustibili fossili; 3) giusta ed equa transizione per non lasciare indietro nessuno. Un programma giusto un pelino ambizioso, ma anche l’unico davvero credibile – in mezzo a nauseanti e sempre più inaccettabili greenwashing di ogni genere e grado e “false soluzioni” buone forse per i film di fantascienza – di fronte alla crisi climatica che avanza. Spiegato per filo e per segno sul sito ufficiale, che ha anche una sezione in italiano.

L’obiettivo è un trattato internazionale, quindi devono aderire gli Stati. E lo stanno facendo: lo Stato più “pesante”, non l’unico, che ha finora dichiarato di sostenere ufficialmente il Fossil fuel Treaty è la California, pesante perché da sola sta comodamente fra le prime economie del pianeta. Però un ruolo importante lo hanno anche le città. Che stanno aderendo, circa un centinaio nel mondo, tante le capitali, fra cui Roma. E i parlamentari, che pure stanno aderendo, 800 and counting nel mondo, fra cui poco più di una quindicina gli italiani, tra Parlamento italiano ed europeo.

Da poco il Fossil fuel Treaty ha aperto alle adesioni del business, con requisiti particolarmente stringenti, ed è appena arrivata quella della prima banca. Già, le banche, quelle che avrebbero dovuto essere protagoniste nello sviluppo della “finanza per il clima” che era fra i punti centrali del Paris Agreement…

Oltre al clima, che basta e avanza da solo, c’è l’impatto dell’utilizzo dei combustibili fossili sull’inquinamento e quindi sulla salute. Si stimano a milioni le morti premature ogni anno nel mondo per l’inquinamento da fossili. Fra chi sostiene il Fossil fuel Treaty non stupisce dunque trovare l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms). Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell’Oms, commentando il sostegno della sua organizzazione al Fossil fuel Treaty, ha detto: “La moderna dipendenza dai combustibili fossili non è solo un atto di vandalismo ambientale. In termini di salute umana, è un atto di auto-sabotaggio“.

Sul punto anche Johan Rockstrom, direttore del Potsdam Institute for Climate Impact Research, “padre” dei planetary boundaries, forse il più celebre scienziato al mondo nelle scienze della Terra, ha affermato: “Trovo inaccettabile che permettiamo che fino a 8-9 milioni di persone muoiano prematuramente ogni anno a causa degli inquinanti atmosferici prodotti dalla combustione di combustibili fossili”, sostenendo di conseguenza la necessità dell’immediato phase-out dei combustibili fossili.

In ambito medico-sanitario in Italia a sostenere convintamente il Fossil fuel Treaty c’è Isde-Associazione Italiana Medici per l’Ambiente. Che il 20 novembre alle 14:00 organizza un webinar – che ho l’onore e il piacere di moderare – per discutere del Fossil fuel Treaty e divulgarne l’esistenza. E l’importanza.

Mission impossible, quella del Fossil fuel Teaty? Roba da ingenui? Non si farà mai? Tempo buttato? “Sì vabbè ma chi si credono di essere”?

Prima ti ignorano. Poi ti deridono. Poi ti combattono. Poi vinci.

Community - Condividi gli articoli ed ottieni crediti
Articolo Precedente

Ondata di caldo record in Brasile: percepiti fino a 58 gradi, oltre 2000 roghi. Con El Niño in arrivo anche piogge torrenziali

next