“La manifestazione si svolge lo stesso, supereremo (il rifiuto, ndr)”. Commenta così la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, il rifiuto di Elly Schlein di partecipare ad Atreju, la festa di Fratelli d’Italia. “Fausto Bertinotti non aveva timore di partecipare, di dialogare con persone che la pensavano diversamente da lui. Sono cambiati i tempi” ha detto la presidente del Consiglio, con la segretaria del Partito democratico a replicare spostando il campo su altro tema, quello del salario minimo.

IL BOTTA E RISPOSTA
“Prendo atto che le cose sono cambiate” ha detto Meloni rinvigorendo il suo paragone tra Bertinotti e Schlein. E ancora: “Io mi sono sempre presentata quando sono stata invitata. Sarebbe la prima volta, una delle pochissime volte che qualcuno dice di no, ma non mi sento di giudicare, la manifestazione si svolge lo stesso, supereremo”.
E’ circolata anche la voce di un possibile invito al leader della Cgil Maurizio Landini ma, col passare delle ore, l’ipotesi ha perso vigore. Schlein ha comunque rispedito la palla nell’altro campo: “Dopo mesi di rinvii, Meloni vuole sfilare definitivamente al Parlamento la discussione sul salario minimo. È lì che vi aspettiamo per confrontarci e votarlo, se ne avete il coraggio“.

LAVORO POVERO
Il salario minimo mette in scena la guerra fra le opposizioni, con la richiesta unitaria di una paga oraria non inferiore ai 9 euro, e la maggioranza, che vuol spostare la partita dal Parlamento al governo, affidando all’Esecutivo l’incarico di definire una norma sulla “equa retribuzione” che rafforzi la contrattazione collettiva. “Faremo un’opposizione durissima, usando tutti gli strumenti a nostra disposizione – ha annunciato il capogruppo del Pd in commissione Lavoro, Arturo Scotto – C’è stato un rovesciamento del tavolo: una legge di iniziativa parlamentare scritta dalle opposizioni diventa uno strumento nelle mani dell’esecutivo”. E anche Conte ha avuto parole durissime: “Il governo umilia il Parlamento e affossa l’obiettivo di dare dignità al lavoro”.

MANOVRA
Sulla manovra, invece, la sintonia è da trovare. La proposta di un coordinamento delle opposizioni ancora non è decollata. Pd e M5s non procedono insieme. Schlein e Conte hanno annunciato che presenteranno delle finanziarie alternative a quelle della destra. Ognuno farà proprie proposte, cercando dopo le convergenze su scuola, ambiente, lavoro. Mentre sulla sanità, le forze di minoranza hanno da tempo aperto un tavolo: il lavoro su emendamenti concordati dovrebbe chiudersi a breve.
I rapporti fra i componenti del campo largo e delle realtà che si oppongono al governo restano comunque complessi. Nelle piazze, con Cgil e Uil c’erano esponenti del M5s e delegazioni del Pd, ma non c’era Conte e non c’era Schlein. Mentre a Roma, con Landini si sono fatti vedere il co-portavoce dei Verdi, Angelo Bonelli, e il segretario di Sinistra italiana, Nicola Fratoianni. Che, con garbo, hanno rilevato le assenze: “La piazza era bellissima. E noi di Alleanza Verdi-Sinistra c’eravamo”.

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