La Commissione Ue ha inviato al governo italiano una lettera con parere motivato che contesta l’assegno unico introdotto nel marzo 2022 dal governo Draghi sulla base delle proposte di Pd e Iv. L’invio della missiva comporta un avanzamento della procedura di infrazione aperta a febbraio nei confronti di Roma. Secondo la Commissione, “la legislazione viola il diritto dell’Ue in quanto non tratta i cittadini europei in modo equo, il che si qualifica come discriminazione“. Il regolamento sul coordinamento della sicurezza sociale peraltro vieta qualsiasi requisito di residenza per ricevere prestazioni di sicurezza sociale come gli assegni familiari.

L’Italia ha risposto lo scorso giugno alla lettera di costituzione in mora di inizio anno, ma la Commissione “ritiene che la risposta non affronti in modo soddisfacente le sue preoccupazioni”. L’Italia ha due mesi per rispondere e adottare le misure necessarie. In caso contrario, la Commissione potrà decidere di deferire il caso alla Corte di giustizia dell’Unione europea.

Oltre ad aver fatto un ulteriore step nella procedura di infrazione sulle concessioni balneari, la Ue ha anche deciso di deferire l’Italia alla Corte di giustizia dell’Unione europea per non aver applicato correttamente la Direttiva sui ritardi di pagamento che obbliga la pa a pagare le fatture entro 30 giorni (60 giorni per gli ospedali pubblici).

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Balneari, nuovo step della procedura d’infrazione Ue contro l’Italia: arriva il parere motivato. “Due mesi per rispondere”

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