“L’11/10 il Parco, a seguito delle nostre martellanti integrazioni alla diffida e all’esposto in Procura, ha disposto la sospensione del cantiere in via precauzionale e con effetto immediato a causa dello scarico di liquami di cantiere su habitat 6150 per il quale abbiamo appunto chiesto alla Provincia di Sondrio se esistesse o meno una Autorizzazione unica ambientale”. Il Comitato Salviamo il Lago Bianco il 2 novembre ha pubblicato sulla sua pagina Facebook un lungo post con il quale dà una notizia, a lungo inseguita. Quella della sospensione dei lavori nei pressi del Lago Bianco al Passo Gavia, al confine tra le province di Brescia e di Sondrio, all’interno del Parco Nazionale dello Stelvio. Lavori approvati nel 2019 e finalizzati a potenziare l’impianto di innevamento artificiale della pista di fondo “Valtellina” nel Comune di Valfurva, attraverso la posa di tubi sotterranei che capteranno l’acqua del lago e la trasporteranno a nove chilometri di distanza.

Insomma ha sortito l’effetto sperato la diffida presentata dal Comitato, insieme al Cai Lombardia, all’associazione Mountain Wilderness Italia Aps ed al Comitato Civico Ambiente di Merate, ha depositato lo scorso 29 settembre con la richiesta ai Comuni di Valfurva e di Bormio, alla Provincia di Sondrio, alla Santa Caterina Impianti Spa, alla Regione Lombardia, al Ministero dell’Ambiente e delle sicurezza energetica ed al Parco Nazionale dello Stelvio di fermare il cantiere allestito nei pressi del lago dal luglio scorso. Dopo che il 13 ottobre in un’interpellanza comunale il capogruppo di Valfurva viva, l’ex sindaco Gian Franco Saruggia, aveva chiesto informazioni, tra l’altro, su “l’esaustività degli studi tecnici realizzati nella fase di elaborazione e approvazione del progetto e il controllo dell’effettivo rispetto delle prescrizioni contenute in tali studi durante la corrente esecuzione dei lavori”. Oltre che su “i rischi legali, finanziari e di immagine a cui è attualmente esposto il Comune di Valfurva a seguito della situazione creatasi”.

A distanza di quasi tre settimane lo stop, “precauzionale”. I danni arrecati al lago ed al suo paesaggio, da valutare. Così come la circostanza che il progetto non terrebbe conto dell’habitat naturale e della flora e fauna presenti in zona, violando delle normative nazionali e comunitarie, oltre al regolamento del Parco Nazionale dello Stelvio. “Credo sia stato fatto qualche errore- ha ammesso il sindaco di Santa Caterina, Luca Belotti, intervistato dal Giornale di Brescia – Adesso bisognerà fare della valutazioni. Dovremo capire se sospendere il progetto, se è possibile modificarlo, o se andrà abbandonato”. “Rileviamo che il committente Comune di Valfurva ha proseguito nei lavori fino al 15 ottobre non rispettando quindi lo stop imposto, data in cui tutto il cantiere è stato smontato-, ha ancora scritto su facebook il Comitato-, e sulla riva del lago è stato abbandonato un terreno malamente sconnesso … e la perdita idrica del lago è ora sotterrata senza che nessuno sappia che tipo di evoluzione stia avendo. Si tratta comunque della prima vera ed ufficiale marcia indietro di un Ente”. I danni irreperabili dei quali parlano le associazioni ambientaliste saranno verificati. E nel caso, qualcuno sarà chiamato a risponderne.

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