“Alla luce dei fatti e delle contestazioni sollevate, il Comitato e le Associazioni scriventi diffidano gli Enti e i soggetti interessati ad interrompere i lavori di cantiere attualmente in corso per la realizzazione del progetto di riqualificazione dell’impianto di innevamento artificiale, nell’area protetta del Comune di Valfurva e a revocare in autotutela i provvedimenti ammnistrativi che autorizzano e/o assentono al progetto stesso”. Il 29 settembre i legali del Comitato Salviamo il Lago Bianco, il CAI Lombardia, Mountain Wilderness Italia, i Comitati Civico Ambiente di Merate e “Attuare la Costituzione” della Brianza hanno inviato a comuni ed istituzioni coinvolte una diffida. Alla quale se ne aggiunta un’altra inoltrata dall’Osservatorio sul Parco dello Stelvio, costituito nel 2016 dalle maggiori associazioni italiane di protezione ambientale. Un duplice tentativo di contrastare un progetto che la galassia ambientalista ritiene scriteriato.

Il progetto è quello relativo ai lavori finalizzati a un prelievo di acqua dal lago Bianco da trasformare in neve artificiale, a Valfurva, in provincia di Sondrio, nella Comunità montana Alta Valtellina, nel cuore del Parco Nazionale dello Stelvio. Ma anche della Zona a Protezione Speciale “Parco Nazionale dello Stelvio” e della Riserva Naturale Statale “Tresero-Dosso del Vallon”. Progetto del Comune di Valfurva e della Società Santa Caterina Impianti spa che tra vari interventi prevede la captazione di acqua dal lago Bianco al Passo di Gavia, un bacino naturale a 2.600 metri di quota, che dovrebbe essere rialimentato tramite il pompaggio di acque provenienti dal Torrente Gavia. Quindi il trasporto delle acque in tubi sotterranei a 9 chilometri di distanza. In particolare per alimentare la pista da sci di fondo Valtellina, dove si è disputata la Coppa del Mondo di sci di fondo nel 2001 e nel 2008.

C’è un evidente accanimento contro il Lago, che a causa dei cambiamenti climatici ed in particolare della progressiva scomparsa dei ghiacciai, è destinato alla morte – spiega a ilfattoquotidiano.it Matteo Lanciani, referente del Comitato Salviamo il Lago Bianco – Senza contare che la realizzazione di questo progetto contribuirà alla condanna del turismo naturalistico, che invece andrebbe potenziato”. Infatti il Lago Bianco si trova all’interno di una zona che ospita uno degli ultimi esempi di tundra artica, residuo dell’ultima glaciazione, ed è caratterizzato da specie vegetali e animali di grande interesse naturalistico. Un luogo quasi incantato. Del quale “il primo fattore di rischio è dato proprio dall’alterazione del regime idrogeologico e delle aree di ripa”, sottolinea a ilfattoquotidiano.it Elena Calogero, presidente del Comitato Civico Ambiente di Merate.

“Il progetto si poneva e si pone in aperto contrasto con la normativa, nazionale e comunitaria di settore, oltre con la regolamentazione dell’area, approvata dal Parco e dagli Enti competenti”, sostengono nella diffida il Comitato Salviamo il Lago Bianco e le altre associazioni. “È inconcepibile che un progetto del genere possa soltanto proposto in anni nei quali l’emergenza ambientale dovrebbe essere chiara a tutti”, dice a ilfattoquotidiano.it Emilio Aldeghi, Presidente Cai Lombardia.

Invece, per il sindaco di Valfurva, Luca Bellotti, contattato da ilfattoquotidiano.it, si tratta di “un’opera che ha avuto tutte le autorizzazioni e deve seguire giustamente le prescrizioni ricevute in sede di conferenza dei servizi”. Ed infatti la Valutazione d’incidenza necessaria, presentata a settembre 2016 e poi integrata a novembre 2018 ha ottenuto il parere positivo dell’Ente Parco Nazionale dello Stelvio a giugno 2018. Parere positivo con prescrizioni al quale, a novembre dello stesso anno, segue la delibera dell’Ente Parco nella quale si esprime parere favorevole alla localizzazione del nuovo pozzo a S. Caterina in località “La Fonte”. Sempre nel 2018, prima della delibera del Parco, la Provincia di Sondrio approva una variante ad una concessione del 2010 consentendo così alla Santa Caterina Impianti di attingere dal lago Bianco per aumentare la portata di acqua prelevata. Fino a 50 litri al secondo per un totale di 20.736 metri cubi di acqua in un anno.

Ad agosto 2019 ecco il progetto definitivo. Con il Comune di Valfurva che approva prima la determinazione di conclusione positiva della conferenza servizi e poi i diversi elaborati. A luglio 2020 arriva anche l’autorizzazione del Comune Bormio al passaggio delle tubazioni da progetto all’interno del proprio territorio. Quindi a febbraio 2021 la Provincia di Sondrio approva la concessione di derivazione dell’acqua da un pozzo, nel comune di Valfurva, funzionale all’innevamento artificiale programmato. I lavori prendono avvio tra giugno e luglio 2023 e proseguono, senza sosta. Nonostante le diffide. Ma anche la partecipazione alla questione di tante persone. Come testimonia la Camminata solidale del 10 settembre, organizzata dal Comitato Salviamo il Lago Bianco, dal lago al Belvedere dei Tre Signori, a 3000 metri. Associazioni, Comitati e molti abitanti di queste montagne e vallate contestano l’opera. E i diversi pareri positivi che la autorizzano.

“Gli Studi d’incidenza del 2016 e poi quello del 2018 risultano carenti e inadeguati, in quanto le analisi effettuate non sono conformi né alle linee guida europee del 2000, né alle successive del 2018, né alle linee guida nazionali per la Valutazione d’incidenza del 2019. Né danno evidenza alcuna della peculiare e rafforzata protezione che deriva ai luoghi e agli ecosistemi protetti”, scrive nella diffida l’Osservatorio sul Parco dello Stelvio. Aggiungendo che “gli interventi si configurano come una grave compromissione della Zona a Protezione Speciale Parco Nazionale dello Stelvio e della Riserva Naturale Statale Tresero-Dosso del Vallon”.

Nella diffida del Comitato Salviamo il Lago Bianco e delle altre associazioni si sottolinea che gli interventi realizzati “hanno già determinato danni significativi all’habitat naturale coinvolto”. Inoltre “ad aggravare la situazione, contribuisce il fatto che non risulta che l’attività di cantiere sia stata puntualmente indicata e conseguentemente valutata in sede di Valutazione d’incidenza”. “Si va a grandi passi verso l’ennesima sentenza della Corte di Giustizia Europea, dopo quella di settembre 2007 che condannava lo Stato per aver autorizzato delle opere nel Parco dello Stelvio senza assoggettarle ad una opportuna valutazione della loro incidenza”, dice a ilfattoquotidiano.it Silvia Simoni di Mountain Wilderness. Comitati ed associazioni promettono di non fermarsi fino a quando i lavori al lago verranno interrotti. Per sempre.

Articolo Precedente

L’Ocse stronca la politica agricola comune dell’Ue: a furia di veti e accordi al ribasso, ha perso la sfida della sostenibilità ambientale

next