Vincere col fair play finanziario si può…almeno fino a quando qualcuno decide di dare una sbirciatina più che superficiale tra i conti. E’ quello che emerge dall’inchiesta Cyprus Confidential e dai documenti riservati ottenuti dai giornalisti di IciJ e Paper Trai Media, condivisi con L’Espresso. Nel mirino il Chelsea nel periodo d’oro a guida Roman Abramovich (2003-2022): risulta infatti che oltre alle cifre (consistenti) investite dall’oligarca russo e regolarmente messe a bilancio ci sarebbero quelle derivanti da diverse società anonime (ce ne sarebbero 200 riconducibili al magnate), mai inserite tra i conti dei blues.

Alcuni esempi vengono riportati dal Guardian: stando a quanto riporta il quotidiano inglese, c’è anche Federico Pastorello, ex agente di Antonio Conte, che secondo i documenti nell’estate del 2017 (precisamente il 18 luglio, giorno del rinnovo del contratto del tecnico col Chelsea a 9,6 milioni di sterline) riceve 10 milioni di sterline da una società offshore delle Isole Vergini Britanniche (dalle carte risultata far capo appunto ad Abramovich) per una partecipazione al 75 per cento in un’azienda con sede nel Delaware. Il Guardian ha provato a sentire Pastorello in merito, ma l’agente non ha voluto commentare spiegando di non avere l’ex ct della nazionale tra i suoi clienti.

Non solo: pagamenti “extra” agli agenti emergono nel caso di Eden Hazard, ormai ritirato ma all’epoca fiore all’occhiello e fuoriclasse del Chelsea. Modalità simili, con un contratto firmato nel 2013 da John Penaque (agente del belga) che prevedeva il versamento di 7 milioni di euro a una compagnia esentasse di Dubai, per non meglio precisate “ricerche e consulenze sportive”. E dalle carte emergono altre operazioni simili: un milione di sterline per un club del Burkina Faso che aveva fatto esordire Bertrand Traoré, sempre da parte di una società offshore; sette milioni in dodici anni, sempre con le stesse modalità, per il consulente Vladica Lemic (decisivo per portare a Londra giocatori come Branislav Ivanovic, Nemanja Matic, Arjen Robben) e anche “triangolazioni proprietarie” con agenti sportivi (pratica vietata) per controllare giovani calciatori “spesso a loro insaputa”, spiega il Guardian.

Operazioni che per gli esperti consultati dai giornalisti del Guardian fanno ipotizzare, appunto, una sistematica violazione delle norme sul fair play finanziario. Dall’inchiesta emerge anche il (noto) legame fra Abramovich e il presidente russo Vladimir Putin, vista la vendita da parte di una società dell’oligarca di una cospicua quota di una campagna pubblicitaria ad una offshore riconducibile al violoncellista Sergey Roldugin, ritenuto il custode delle ricchezze personali di Putin e sanzionato per questo nel 2022.

Sul caso si è espressa la nuova proprietà del Chelsea a guida statunitense non solo precisando l’ovvio, e cioè che i fatti contestati sono da attribuire alla gestione precedente, ma anche che “gli acquirenti sono venuti a conoscenza di report finanziari potenzialmente incompleti riguardanti transazioni storiche durante la precedente proprietà del club. Immediatamente dopo il completamento dell’acquisto, la nuova proprietà ha segnalato in modo proattivo tali questioni a tutte le autorità di regolamentazione. In conformità con i principi fondamentali del gruppo di proprietà del club di piena conformità e trasparenza, il club ha assistito in modo proattivo le autorità di regolamentazione applicabili nelle loro indagini e continuerà a farlo”. La federazione inglese non commenta, l’Uefa neppure, la Premier si affida a un laconico “stiamo indagando”.

Articolo Precedente

Joshua Zirkzee, prima predestinato poi enigma ora diamante del Bologna: storia dell’olandese che danza col pallone

next