Massimo Coppola, il sindaco di Sorrento, recentemente è apparso in una trasmissione televisiva per ribadire il suo intento di vietare i sexy shop nel centro di Sorrento, per permettere alle donne che vanno a Messa di non essere turbate dal variegato mondo dei giocattoli erotici. Le uniche vibrazioni consentite in chiesa sono quelle dei cellulari. Se fossi io il sindaco farei un’ordinanza per aprire i sexy shop anche all’interno delle stesse chiese. Non ci vedo nulla di male o di blasfemo.

Il cristinanesimo venera la crocifissione, una tortura, le implicazioni sadomasochistiche sono evidenti, per non parlare della setta dei flagellanti medievali che praticavano la mortificazione e la penitenza. Il cilicio è passato di moda, oggi si va in chiesa più leggeri, ma è innegabile l’intrinseca perversione che aleggia all’ombra dei confessionali, ricettacolo delle più disparate deviazioni sessuali. Il cristianesimo è fetish, l’adorazione di reliquie, chiodi, corone di spine, ossi di santi spolpati, crani di santi traslucidi. Una religione hard, carnale, non per nulla Cristo si è incarnato. La carne e la sua oscena resurrezione sono il fondamento della religione cristiana.

Quindi da buon liberal-libertino vedo con estremo favore l’inserimento di questi deliziosi sexy shop nelle chiese, per contrastare la visione sacroriproduttiva della sessualità cristiana, a favore di una illuministica e illuminante vetrina corredata da giocattoli con il vizio della vibrazione erotica. Un vibratore punto G o un batticlito vicini a un’acquasantiera vi sembrano fuori posto? E l’ovetto vibratore fucsia è così lontano dall’aura mistica di una cattedrale o dall’uovo di Piero della Francesca? Ne siamo convinti?

Tantissime chiese nel mondo sono dotate di organi vibranti che si servono di canne soffiate per suonare. Il soffio nelle canne è essenziale, ed è religioso. E il sesso che cos’è se non una musica di organi che vibrano all’unisono come ci insegna don Gino Paoli? E non si risorge forse per tornare a gustare il piacere di essere carne?

Tutto il cristianesimo è una sorta di avanspettacolo metafisico-carnale. I corpi angelicati non ci interessano, è l’unico ossimoro che non amiamo. Quindi il sindaco Coppola ha ragione: i sexy shop vanno spostati, ma non nelle periferie, emarginando il legittimo desiderio di far “vibrare” il proprio partner sessuale, i sexy shop vanno inseriti nelle chiese, per ogni confessionale una vetrina che glorifichi il latex e il gel lubrificante, per una sessualità più consapevole e divertente. Il giorno del giudizio diventerà nelle nostre chiese libertine il giorno del punto G.

Chiamerò il sindaco Massimo Francis Ford Coppola per notificargli la mia proposta. C’è qualcosa di più osceno del corpo di Cristo divorato da bocche di fedeli diventati cannibali per miracolo? Un vibratore succhiaclito è meno osceno del succhiare un’ostia-corpo, con tutti i suoi livelli di intensità, per una soddisfazione completa. Personalmente mi servo sempre di Esmeralda, una bellissima donna che con mani affusolate e voce languida mi descrive l’ergonomia fantastica di questi oggetti amichevoli.

Nei prossimi giorni mi comprerò dei preservativi ritardanti al cocco (tendo a essere un su e giù, su e giù, su e già), delle manette rosa e delle cinture di castità molto poco caste, ho anche ordinato un nuovo modello di dildo parlante con dirty talk incorporato, magari questo non lo mettiamo nelle chiese, c’è un limite a tutto, anche al mio libertinaggio sacramentale. Nelle nostre nuove chiese i peccati saranno impeccabili. “Oral” pro nobis.

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