“Molti giornali hanno scritto che a Che tempo che fa Beppe Grillo ha ammesso il suo fallimento. Siamo talmente disabituati alla satira in televisione che, nelle rare volte in cui compare, i “bravi” colleghi che commentano la tv non capiscono le battute e i paradossi. Basta aver assistito a un minuto di un suo spettacolo negli ultimi 40 anni per sapere qual è il suo linguaggio”. Così a Otto e mezzo (La7) il direttore del Fatto Quotidiano, Marco Travaglio, smonta diverse testate secondo cui il fondatore del M5s avrebbe fatto un mea culpa politico nella trasmissione condotta da Fabio Fazio.

E aggiunge: “Ho letto anche che Grillo non doveva essere invitato. Una cosa vergognosa, visto che in tv tirano su chiunque. Hanno anche scritto che non doveva parlare di conflitto d’interessi di Giulia Bongiorno. Ma ci mancherebbe altro. Questa fa l’avvocato, esercita la professione, va ai processi e allo stesso tempo fa la presidente della Commissione Giustizia. Lo abbiamo detto anche ai tempi di Ghedini, di Pecorella, di Pisapia – conclude – Per quale motivo non si dovrebbe dire che la Bongiorno è in palese conflitto d’interessi? E l’ordine degli avvocati dovrebbe vietare il doppio lavoro, perché se sei presidente della Commissione Giustizia e senatore, inevitabilmente influenzi gli eventi processuali. È ovvio”.

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