Per le migliaia di palestinesi che in queste settimane di bombardamenti israeliani hanno lasciato le proprie case e si sono spostate nel sud della Striscia di Gaza, per cercare riparo dai raid, la vita è completamente cambiata. Stravolta. “Non riesco a credere quanto fosse facile prima. Aprivo il rubinetto e avevo l’acqua, andavo dal panettiere e avevo il pane” racconta un’operatrice Oxfam che ora condivide con alcuni suoi amici una casa estiva nella zona meridionale della Striscia (il nome è stato omesso per ragioni di sicurezza). In questo audio racconta come si svolgono le sue giornata ora. “Iniziano all’alba, quando tutti insieme ascoltiamo le notizie da una tv accesa grazie all’energia di alcuni pannelli solari. Cosa è successo? Chi potremmo aver perso durante la notte?”. Poi inizia la faticosa ricerca di acqua e cibo. Infine la notte, il momento più difficile: “Senti gli aerei volare bassi e pensi se colpiranno te. Aspetti l’alba solo per assicurarti, con la luce del giorno, che il mondo ci sia ancora”.

Il racconto fa parte di una serie di testimonianze giornaliere degli operatori e dei manager di Oxfam a Gaza che ilfattoquotidiano.it ha deciso di pubblicare. L’obiettivo è avere giorno per giorno un racconto in prima persona da parte dei civili a Gaza, coloro che in questo momento stanno pagando il prezzo più alto del conflitto

LA PETIZIONE – Nessuna risposta umanitaria significativa potrà esserci senza un immediato cessate il fuoco.
Per questo Oxfam ha lanciato un appello urgente al Governo italiano e ai leader europei a cui si può aderire su: https://www.oxfamitalia.org/petizione-gaza/

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