Per i palestinesi di Gaza è “la casa della guarigione”. Per le forze armate di Israele, il centro nevralgico delle operazioni terroristiche di Hamas. L’ospedale di al-Shifa è il più grande centro medico della Striscia e ospita oggi 800 pazienti, insieme a migliaia di rifugiati in cerca di riparo dai bombardamenti israeliani. Nelle ultime 24 ore è stato circondato dai carri armati delle Forze di difesa israeliane (Idf), che ne hanno attaccato l’esterno lasciando il complesso ospedaliero senza più luce e rifornimenti.

Il ministero della Salute di Hamas parla di almeno un neonato morto per mancanza di elettricità all’incubatrice che lo teneva in vita, con altri 39 a rischio e di civili “presi di mira dai cecchini” alle porte dell’ospedale. “Siamo senza corrente elettrica o connessione internet, mancano acqua e forniture mediche”, ha affermato a proposito il direttore dell’ospedale Muhammad Abu Salmiya, citato dal quotidiano israeliano Haaretz. “Abbiamo cominciato a perdere pazienti: malati, feriti e anche neonati negli incubatori”, ha continuato.

Situato nel quartiere di Rimal a Nord di Gaza City, vicino al porto, l’ospedale di al-Shifa è il centro medico di riferimento per migliaia di cittadini della Striscia ed è conosciuto per i reparti specializzati di medicina interna, ostetricia, ginecologia e chirurgia. Prima di diventare un ospedale, la struttura ospitava una caserma dell’esercito britannico e dal 1946 è un centro medico. Oggi, secondo l’esercito israeliano, è anche il quartier generale di Hamas, che nei sotterranei della struttura ospedaliera nasconderebbe rifornimenti di carburante accumulati e coordinerebbe le “operazioni terroristiche” del partito islamico. Per questo motivo nelle ultime settimane il circondario dell’ospedale è stato più volte al centro degli attacchi dell’Idf, che considera una “priorità assoluta la distruzione dell’infrastruttura di controllo di Hamas”.

A supporto di questa tesi, il governo israeliano ha condiviso fotografie e video rendering che – citando fonti di intelligence – dimostrerebbero l’esistenza di una serie di tunnel e stanze segrete al di sotto dell’ospedale: un network sotterraneo dal quale Hamas condurrebbe le proprie operazioni militari. “I terroristi di Hamas operano all’interno e al di sotto di al-Shifa e di altri ospedali a Gaza”, ha ribadito a proposito il portavoce dell’Idf, il contrammiraglio Daniel Hagari.

Con questa argomentazione le autorità israeliane hanno giustificato il bombardamento di un’ambulanza al di fuori di al-Shifa nelle scorse settimane, affermando che il veicolo veniva utilizzato da Hamas per il trasporto di alcuni miliziani. Una tattica consolidata da parte delle milizie islamiche, secondo quanto denuncia l’Idf, accusate di farsi scudo di strutture mediche per evitare i bombardamenti. Nell’attacco all’ambulanza sono morte 15 persone che, secondo il ministero della Salute palestinese, facevano parte di un convoglio per trasportare feriti gravi presso il valico di Rafah. Lo scorso lunedì l’Idf ha invece distrutto il sistema di pannelli solari adiacente all’ospedale, tagliando così una delle forme di rifornimento energetico della struttura.

Non è la prima volta che al-Shaifa è accusato di nascondere la base operativa del gruppo islamico che governa Gaza. Nel 2014, dopo l’offensiva di terra da parte di Israele nella Striscia, un’inchiesta di Amnesty international aveva accusato Hamas di avere utilizzato le aree abbandonato dell’ospedale per condurre torture e “terribili atrocità” contro diversi prigionieri. Anche allora l’ospedale era stato coinvolto in un’esplosione nella quale erano morti almeno 10 bambini. Hamas e Israele si sono reciprocamente scambiate accuse sull’attacco, ma ad oggi non esistono chiare indicazioni di responsabilità.

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