Il governo Sànchez sta per nascere tra mille difficoltà, l’ultima delle quali è stata il patto con i catalani di Junts che prevede anche un’amnistia per gli indipendentisti. Sarebbe l’unico governo di sinistra in Europa, dopo il tracollo dell’esecutivo di Antònio Costa in Portogallo. Per una fotografia della situazione politica in Spagna e in Europa ilfattoquotidiano.it ha incontrato ed intervistato Juan Carlos Monedero, tra i fondatori di Podemos – e suo segretario costituente – e ora politologo senza cariche in strutture politiche. Di quanto fatto finora dai socialisti in coalizione con la sinistra c’è da salvare molto, dice Monedero, – dall’aumento del salario minimo al tetto al prezzo del gas fino alle leggi femministe – ma vede “tempeste nere all’orizzonte”.

Professor Monedero, come vede la situazione attuale in Europa?
L’Europa ha virato ancora una volta a destra, come sempre fa in tempi di crisi economica. La situazione ora è peggiore, perché decenni di neoliberismo hanno profondamente indebolito i discorsi democratici e la narrazione dell’estrema destra è scivolata verso un pericoloso nichilismo. Abbiamo il paradosso che la sinistra, che considera il parlamentarismo liberale insufficiente, è chi difende il sistema, mentre la destra, che beneficia delle disuguaglianze costruite dal modello, è quella che lo attacca. L’estrema destra ha polarizzato la scena politica con fake news, guerre legali (lawfare), utilizzo di apparati statali contro gli avversari e propone un idea di nazione nativista, escludente, aliena ai diritti umani e contraria a quelli civili. L’estrema destra sta trascinando la destra, come visto nel Parlamento Europeo, e alla fine, anche la socialdemocrazia è ostaggio di questa internazionalizzazione, come si vede con l’Ue che si sottomette alle politiche internazionali degli Usa.

Il governo Psoe/Sumar è l’esempio più avanzato della sinistra in Europa?
Dopo la caduta del governo Costa in Portogallo la Spagna è rimasta sola sulla scena europea. L’esperienza della coalizione di governo, con forze a sinistra del Psoe, ha permesso una risposta senza precedenti al Covid-19, oltre a convincere l’Ue a portare avanti alcune politiche di sinistra come quella sul tetto al prezzo del gas o il freno al tetto di spesa. Non è chiaro se il nuovo governo, che ha bisogno dell’appoggio di forze indipendentiste di destra, potrà portare avanti politiche progressiste come queste.

Quali sono le esperienze più interessanti che vede?
Se ci si riferisce alle esperienze di governo, le più interessanti in questo momento si trovano in America Latina con governi come quello di López Obrador in Messico o Petro in Colombia. Allo stesso tempo però questi governi arrivano dopo situazioni tanto terribili che gli avanzamenti proposti sembrano minuscoli. Se ti riferisci alla Spagna, da salvare ci sarebbe lo scudo sociale messo in campo durante il Covid, l’aumento del salario minimo, il reddito minimo di vita – con tutti i suoi difetti -, la legge sugli affitti, la legge sull’eutanasia, il tetto al prezzo del gas e la leggi femministe.

Il governo di coalizione che Sánchez sta costruendo che possibilità ha?
È un governo che nasce con difficoltà. Non dimentichiamo che la destra in Spagna controlla tutte le televisioni, le radio e i giornali tranne il gruppo Prisa (che possiede El Paìs e la radio Cadena Ser, ndr) e alcune portali digitali, avendo così la capacità di costruire una “brigata mediatica” dall’enorme potenza di fuoco. Alla destra sono mancati quattro voti per governare un parlamento di 350 persone e se storicamente per le destre è sempre sembrato illegittimo che governasse la sinistra, adesso lo è ancora di più. Assisteremo ad un enorme conflittualità contro il governo anche se sono convinto che questo andrà avanti. Ma sarà un governo pressato dalla destra illiberale e dalla sinistra più radicale perché è probabile che non sarà in grado di governare in maggioranza.

Cosa rappresentano oggi il Pp e Vox?
Sono una destra nuova e vecchia allo stesso tempo. Sono neoliberisti, nostalgici del franchismo, autoritari, con mentalità coloniale, razzisti, nazionalisti, nativisti e con una visione nostalgica dell’Impero, nemici della democrazia liberale pur definendosi costituzionalisti (hanno la responsabilità di buona parte degli articoli della Costituzione ), difendono un concetto tradizionale di famiglia, sono sessisti e profondamente antifemministi, hanno una concezione fondamentalista della religione (anche se non la praticano nella vita privata), parlano di “libertà” ma ciò è distante da ogni responsabilità quindi la loro idea di libertà è autoritaria e sono alleati con qualsiasi dittatura nazionalista nel mondo. Prima dell’invasione dell’Ucraina avevano come riferimento e alleato Putin. Ora su di loro pesa di più il legame con la Nato anche se, nel profondo, la loro ammirazione per Putin resta intatta. C’è un ulteriore problema: c’è un’estrema destra giudiziaria e di polizia che appoggia l’estremismo del Pp e di Vox e questo indebolisce la democrazia.

Cosa può succedere con le elezioni europee?
Sarà un momento di chiarimento interno. Le elezioni europee non hanno un grande significato politico in Spagna e sono uno strumento di scontro all’interno del paese. È probabile che Podemos si presenti da solo, il che metterà definitivamente fine al tentativo di Sumar di farsi fronte ampio. Il risultato di Podemos è incerto e potrebbe implicarne la scomparsa. Le lotte all’interno della sinistra socialdemocratica tra Sumar, Podemos, Izquierda Unida e le altre forze non fanno che giovare al Psoe. Da parte sua, il Psoe si misurerà con la destra. Se il Partido Popular e Vox prendessero più voti l’intensità degli attacchi al governo aumenterebbe. Tempeste nere all’orizzonte.

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Nella foto in alto | Il premier Pedro Sànchez in questi giorni di trattative e il professor Monedero nel 2017 al fianco di Pablo Iglesias, a lungo leader di Podemos

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