di Pietro Francesco Maria De Sarlo

Per democrazie occidentali si intendono l’insieme degli Stati che si contrappongono da un punto storico, culturale e politico alle autocrazie, agli Stati confessionali e più in generale all’Oriente. Israele è considerato per cultura e forma di governo l’avamposto più avanzato delle democrazie di stampo occidentale in Medio Oriente.

L’intero Occidente si sente portatore di valori superiore, come la libertà, la pace, il rispetto del diritto internazionale e si sente portatore di una superiorità morale rispetto al resto del mondo: di qua la civiltà di là la barbarie. La superiorità morale si acquisisce attraverso una autentica rettitudine e il rispetto delle regole e soprattutto attraverso la corrispondenza tra il dichiarato e l’agito. È una condizione estremamente difficile da mantenere perché è facilissimo perderla, in specie se le incoerenze di comportamento, oltre a minare la propria percezione di sé, diventano un fatto pubblico che demolisce insieme alla presupposta superiorità anche la credibilità.

Quello che accade in questi giorni a Gaza non è quindi questione che riguarda solo gli israeliani ma tutto il mondo occidentale e quello che fa Netanyahu smonta tutta la narrazione della presunta superiorità morale dell’Occidente: è come se lo facessimo noi.

Tra i valori dell’Occidente c’è l’uso che lo Stato fa della forza, che mai può essere usata con crudeltà o con spirito di vendetta o rappresaglia. Uno Stato occidentale non può e non deve commettere crimini di guerra, almeno in teoria e se ci si sente portatori di valori superiori. Non può avere doppi standard. Se in Ucraina si condanna l’invasore, Putin, e si esalta la resistenza dell’invaso, Zelensky, lo stesso metro dovrebbe essere utilizzato, mutatis mutandis, in Cisgiordania.

È vero che Hamas è una organizzazione terroristica, ma la cultura occidentale dovrebbe essere in grado di inserire le radici di questa organizzazione nel solco della storia dove proprio i fondatori di Israele furono considerati terroristi dagli inglesi, anche se li aiutarono poi di fatto a creare lo Stato a spesa dei palestinesi. Ma, in ogni caso, per gli stessi motivi per cui insorgeremmo contro la polizia se per uccidere dei rapinatori uccidesse volontariamente anche i loro ostaggi e i civili che passano dinanzi alla Banca o all’edificio occupato, così dovremmo insorgere per quello che succede oggi a Gaza.

Si ripete in continuazione che la soluzione è due Stati per due popoli. Ma questo non era già stato previsto dagli accordi di Oslo? Che fine hanno fatto quegli accordi? Perché e per colpa di chi non ci sono ancora questi due Stati che garantirebbero pace e stabilità all’intera area? Il Tribunale Penale Internazionale, che con giusta solerzia ha emesso nel marzo 2023 un mandato di cattura internazionale nei confronti di Putin per i crimini di guerra commessi in Ucraina, come mai non ha ancora emesso un analogo ordine di cattura internazionale sia nei confronti dei leader di Hamas sia nei confronti di Netanyahu e dei suoi generali?

Ora l’Occidente ha già perso su molti fronti la propria superiorità morale: Iraq, Afghanistan, eccetera. Se non vuole perdere quel minimo di credibilità cha ancora resta deve necessariamente fermare Israele con sanzioni, ritiro di diplomatici e isolamento internazionale invece di schierare solamente, e giustamente per non lasciare Israele da sola contro la reazione del mondo arabo, la propria forza di dissuasione che di fatto lascia però soli i palestinesi di fronte alla violenza di Israele.

Altrimenti rimarrà la sensazione che gli unici valori occidentali siano solo la prepotenza dei ricchi e potenti, mentre i poveri hanno sempre torto in Grecia come a Gaza e in tutti i sud del mondo. Quello che sta accadendo in questi giorni lo pagheremo tutti, e non solo Israele, per decenni con il fiume carsico di odio che avvelenerà il nostro futuro.

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