Stipendi differenziati in base al costo della vita. Le disparità già esistenti, con i lavoratori dipendenti del Sud che stando agli ultimi dati Inps guadagnano meno di 17mila euro lordi l’anno contro i quasi 27mila di quelli del Nord Ovest, non bastano, non bastano. La Lega ha presentato un disegno di legge che punta, stando agli annunci del capogruppo al Senato Massimiliano Romeo, a “dare la possibilità alla contrattazione di secondo livello, territoriale e aziendale, di utilizzare il parametro del costo della vita, oltre a quelli già previsti per legge, nell’attribuzione dei trattamenti economici accessori ai dipendenti pubblici e privati”. Al momento il testo unico del pubblico impiego dispone che il trattamento accessorio degli statali sia collegato a performance individuale, performance organizzativa e svolgimento di attività particolarmente disagiate o pericolose per la salute. Ora si aggiungerebbe anche il costo della vita nella regione di residenza. Nel privato, i contratti aziendali o territoriali possono già prevedere superminimi in base a criteri discrezionali, per cui non cambierebbe molto.

Secondo Romeo “il principio della parità retributiva non viene meno” ma “introduciamo un elemento nuovo, attribuendo ai lavoratori una somma differenziata in base al luogo in cui ha sede l’azienda, prevedendo per i datori di lavoro privati un credito d’imposta per coprire le spese sostenute. Riteniamo sia una proposta di buonsenso“. Non la pensano così sindacati e opposizioni. Per Francesca Re David, segretaria confederale della Cgil, “siamo alle gabbie salariali e di nuovo di fronte ad un attacco alla funzione solidale del contratto nazionale e al sindacato in quanto rappresentanza collettiva dei lavoratori”. Il Sud “è già discriminato dai livelli di disoccupazione, dalla deindustrializzazione, dalle debolezza di reti e infrastrutture, da sanità e servizi che subiranno ulteriori tagli. Questo ddl è una ulteriore motivazione per gli scioperi proclamati insieme alla Uil, a partire dal 17 novembre”.

Anche il deputato e responsabile Sud della segreteria nazionale Pd Marco Sarracino va all’attacco: “Dopo l’autonomia differenziata ecco l’ennesimo atto per continuare a spaccare l’Italia e aumentarne i divari. Ovviamente tutto nel silenzio degli autoproclamati ‘patrioti‘. Il Pd non lo consentirà, perché una proposta del genere mette realmente in discussione il principio di uguaglianza e la coesione del nostro paese. Anche per questo saremo in piazza sabato a Roma”. Per il dem Ubaldo Pagano “non c’è nulla di più sciocco di replicare modelli del passato che hanno dimostrato ampiamente il loro fallimento. Eppure gli esponenti leghisti non perdono occasione per riesumare qualsiasi argomento che vada nella direzione di un Nord sempre più ricco e libero e di un Sud sempre più povero e soggiogato”.

Articolo Precedente

I lavoratori tessili del Bangladesh tengono duro. Rifiutata un’offerta di aumento dei salari del 56%

next