Vi è mai capitato di provare su strada un nuovo modello di automobile e pensare che fra i difetti della stessa ci sia il suo nome medesimo? Prendete l’ultima nata in casa Honda, che è pure la prima Suv 100% elettrica del costruttore: è bella, ben fatta e va pure molto bene; un po’ come tutte le Honda per giunta. E come l’hanno chiamata quei cervelloni del marketing? “e:Ny1”. Il patron della Tesla, Elon Musk, che ha chiamato uno dei suoi figli “X Æ A-12” (poi cambiato nell’assai più comprensibile “X Æ A-XII”…) non avrebbe saputo fare di meglio.

La lettera “e” sta per electric; e vabbè, si capiva. Mentre “NY” sta per New York. Che, a questo punto, sarebbe potuto essere anche “LA”, come Los Angeles, o “FR”, come Frosinone. Il numero 1, invece, significa… uno. Perché questa è la prima elettrica nativa di nuova generazione della Honda. Anzi no, perché ci sarebbe la sbarazzina Honda e, ma sembra che quelli del marketing fossero troppo impegnati a spremersi le cervella sul nome “ì – en – uai – uan” per ricordarsene. I due punti, “:”? Messi lì giusto per dare ancora più corpo allo sforzo intellettivo dei “nomenclanti”. Bene, la (personalissima) invettiva del sottoscritto sulla denominazione in questione finisce qui. Ed inizia quella sul design

A questo punto i più esperti di automobili fra i lettori staranno pensando che “sarebbe bastato chiamare l’auto ‘HR-V e’, visto che è praticamente uguale alla HR-V presente a listino”. E qui casca l’asino: già, perché anche se le sembianze fra i due modelli sono di fatto le stesse, la e:Ny1 è fatta su una piattaforma costruttiva diversa (si chiama “e:N Architecture” e presenta motore anteriore e batteria sotto l’abitacolo) rispetto a quella della HR-V. Industrialmente parlando, è praticamente un’altra macchina. Ma con la stessa estetica. Non ci credete? Allora sentite qui: la e:Ny1 è lunga quasi 4,39 metri, circa 6 centimetri in più della HR-V rispetto a cui ha un’interesse più corto di un’inezia, a quota 2,6 metri, e sbalzi anteriori e posteriori più lunghi rispettivamente di 3 centimetri. Cambia anche la percentuale di acciai ad alta resistenza impiegati nella costruzione, che passa dal 41% del totale, nella HR-V, al 47% della e:Ny1.

Sicché, in un mondo, quello automotive, dove i costruttori tirano fuori 10 auto diverse dalla medesima base costruttiva, Honda ha fatto l’esatto opposto, riuscendo a proporre, esteticamente parlando, la stessa auto su due piattaforme diverse. Una genialata che fino a oggi era riuscita solo a Renault, con la Arkana – quella russa ha ossatura diversa da quella europea – e a Jaguar, che rinnovando la E-Pace nel 2020 le ha cambiato pianale (operazione assai onerosa) senza che nessuno, o quasi, se ne accorgesse.

Comunque, per non farsi venire un ictus cercando di distinguerle, per riconoscere HR-V ed e:Ny1 basta concentrarsi sul frontale: quello dell’elettrica non ha la griglia del radiatore e presenta due led orizzontali immediatamente sopra il logo della marca; in base a colore e tipo di lampeggio, i led indicano lo stato di carica del veicolo quando quest’ultimo è attaccato a una colonnina.

A proposito di stile, gli interni della vettura sono comodi e di ottima fattura: l’allestimento Advance presente pure un incantevole tetto panoramico, pensato per creare “un senso di connessione con il mondo esterno”. E che, più prosaicamente, taglia il 95% dei raggi infrarossi e il 99% dei raggi UV, facendo passare solo il 25% del calore nell’abitacolo.

Ottimo anche il comfort assicurato dalle sedute e la qualità dei relativi rivestimenti. Si ha la sensazione di stare a bordo di un abitacolo ben fatto e, sopratutto, ben concepito. Dove a stonare un pochino, semmai, è lo schermo da “millemila” pollici presente a centro plancia, che appare un po’ elefantiaco. Ma, sotto questo punto di vista, Honda è in buona compagnia: Tesla, Ford, GM, Mercedes… sono molte le sale cinematografiche su ruote, ormai. Più piccolo (e più bello), il pannellino digitale dietro al volante, da cui si monitorano le principali info tachimetriche e gps.

Torniamo alla meccanica: davanti, al posto di un tradizionale motore termico, ce n’è uno elettrico, molto compatto e con trasmissione integrata, collegata alle ruote anteriori di trazione. Eroga 204 CV di potenza massima e una generosa coppia motrice di 310 Nm. E’ alimentato da una batteria raffreddata a liquido da poco meno di 69 kWh di capacità totale, buoni per un’autonomia omologata di 412 km. Tempi di ricarica: con quella rapida, in corrente continua a 78 kW, si passa dal 10 all’80% dell’autonomia in 45 minuti. Mentre per fare la stessa cosa con la corrente a 3 kW domestica, in corrente alternata, serve una giornata. Nel vero senso del termine.

Su strada la e:Ny1 si comporta benone: è piacevole da guidare, comfortevole e silenziosa. Lo sterzo ha una buona calibratura che, unita al baricentro basso dell’auto – assicurato dalla posizione di motore e batteria – rende la vettura molto maneggevole, mascherandone il peso. Contenuti pure i movimenti di cassa, a riprova della buona taratura dell’assetto. I tecnici della Honda, poi, hanno lavorato sull’erogazione di coppia dell’unità motrice per renderla, in un certo senso, più simile a quella di un’auto termica: il risultato è un’accelerazione più fluida e meno “torci-budella” rispetto a quella delle altre elettriche, di cui però conserva la veemenza. Insomma, il classico pugno di ferro in guanto di velluto.

Davvero buone le sensazioni restituite dal pedale del freno, quasi da sportiva: mordente immediato e corsa del pedale corta ma modulabile. Senza contare che eventuali esuberanze del guidatore sono tenute sotto controllo dal cervello elettronico dell’auto, dotato di tutti gli ultimi ritrovati in fatto di sicurezza attiva: dal cruise control con radar alla frenata automatica di emergenza, passando per il sistema di correzione della traiettoria o quello di riconoscimento della segnaletica stradale, etc.

Le vendite della Honda e:Ny1 inizieranno nel primo trimestre del prossimo anno, con prezzi a partire da 54.700 euro.

Articolo Successivo

Byd Seal e Dolphin, la prova de Il Fatto.it – Le elettriche cinesi sono ispirate al mare – FOTO

next